domenica 6 settembre 2015

Il Giorno del Signore : XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B

6 settembre 2015

Il Vangelo ci racconta la guarigione del sordomuto. “Apriti!”, gli dice Gesù. Infatti la vera malattia è la mancanza di relazioni. Anche noi riceviamo questo invito: che la forza del Vangelo ci aiuti ad aprirci a relazioni autentiche, terrene e spirituali.

NESSUNO È ESCLUSO DALLA GIOIA DEL SIGNORE

«Gesù gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua e gli disse: Apriti!».

«Gesù gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua e gli disse: Apriti!».
AL popolo di Israele esule in Babilonia, il profeta Isaia annuncia un avvenire meraviglioso, simile al rifiorire di un nuovo Eden (I Lettura). Ma non bisogna fermarsi alla sola promessa del ritorno dall’esilio. Questo annuncio infatti si apre alla promessa del ritorno definitivo dall’esistenza terrena alla pienezza di vita in Gesù. Significativo il miracolo narrato dal Vangelo di Marco: un sordomuto che vive in territorio pagano, come era quello della Decàpoli (in greco, “le dieci città”), viene guarito da Gesù con la forza della sua parola («Apriti!», che l’evangelista riporta nella lingua di Gesù: Effatà) e con la potenza del suo operare («gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua»). Tutto questo, infatti, sembra preannunciare la guarigione totale che ci offre il sacramento del Battesimo, inizio della vita cristiana. L’apostolo Giacomo (II Lettura) ci esorta ad essere veri cristiani nella vita: la nostra pratica cristiana deve guardarsi da immeritate attenzioni verso i ricchi e da freddezza verso i poveri. Dio non fa preferenze e le sue attenzioni sono particolarmente per i poveri e gli emarginati.
Orlando Zambello, ssp

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