domenica 23 agosto 2015

Il Giorno del Signore : XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B

23 agosto 2015

Noi cristiani dobbiamo avere l’umiltà di riconoscerci capaci di tradire il Signore, se abbandoniamoi mezzi che egli ci ha donato per restare uniti a lui. «Tu hai parole di vita eterna»: queste parole di Pietro ci aiutino nell’ora della prova.

«SIGNORE DA CHI ANDREMO? TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA»

«Le parole che io vi dico sono spirito e vita. Ma fra voi vi sono alcuni che non credono».

«Le parole che io vi dico sono spirito e vita. Ma fra voi vi sono alcuni che non credono».
LA presenza di Dio fra gli uomini comporta delle esigenze tali, la cui possibilità di adempimento viene indicata dallo stesso Gesù nello Spirito che dà la vita e in una grazia del Padre. Nell’Antico Testamento, a Sichem il popolo discendente da Abramo riconosce di essere stato liberato dal servizio degli “altri dèi” grazie all’intervento prodigioso di Dio in suo favore, e che ora, perciò, deve impegnarsi a «servire il Signore, perché egli è il nostro Dio». Integrità e fedeltà, dunque (I Lettura). Nel Nuovo Testamento la fede nella presenza “eucaristica” si dimostra ancora più esigente. Gli stessi discepoli considerano “dura” la parola di Gesù, tanto da tirarsi indietro e non andare più con lui (Vangelo). Che dire poi dell’esigenza del nuovo popolo di Dio di rappresentare nell’unione coniugale il “mistero” dell’unione di Cristo con la Chiesa? Si tratta, infatti, di comportarsi «come Cristo, capo della Chiesa», «come la Chiesa, sottomessa a Cristo», «come Cristo che ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei», «come Cristo fa per la Chiesa». Salvatore Garofalo commentava così: «La sposa cristiana, unita al marito da un sacramento, si ispira alla Chiesa, la cui sottomissione a Cristo non è atteggiamento servile, ma slancio d’amore e impegno di fedeltà»

Tarcisio Stramare, osj

Nessun commento: