sabato 8 agosto 2015

Il Giorno del Signore : XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B

9 agosto 2015

Nel cammino della nostra vita, scandita da momenti difficili e da momenti gioiosi, tutti abbiamo bisogno della presenza viva del Cristo. Questa è visibile attraverso la preghiera e i sacramenti, in particolare l’Eucaristia.

«IO SONO IL PANE VIVO, DISCESO DAL CIELO»

«Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita».

«Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita».
L’APOSTOLO Paolo, scrivendo agli Efesini, invita i cristiani ad imitare l’amore di Dio Padre che nel suo Figlio ha voluto mostrare il segno più alto della sua comunione con gli uomini: Cristo ha dato se stesso per noi, offrendosi in sacrificio per la nostra salvezza (II Lettura). È divenuto così vita della nostra vita, noi viviamo del suo sangue e ci alimentiamo del suo stesso corpo. Un linguaggio duro, difficile da intendere (Cfr. Gv 6,60), come non lo potevano comprendere i Giudei del tempo di Gesù, che mormoravano contro di lui per il fatto che sosteneva di essere disceso dal cielo e di offrire il suo corpo come nutrimento. Di fronte a questo fatto i sensi certamente falliscono, ma la fede permette di accedere al mistero e di conseguire quanto esso promette, secondo la Parola di Gesù: «Chi crede ha la vita eterna» (Vangelo). In forza della fede il cristiano si nutre realmente di Cristo, pane di vita, e può camminare con fiducia fino al monte di Dio (I Lettura) e così gustare la gioia di «benedirlo e celebrarlo in ogni tempo» (Salmo 33/34). Così si passa dalla liturgia alla vita di ogni giorno.

Tiberio Cantabon

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