sabato 11 ottobre 2014

Il Giorno del Signore : XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / A

Domenica 12 ottobre 2014

La parabola del banchetto di nozze narrata nel Vangelo odierno è un forte invito di Gesù a coloro che si credono i privilegiati della fede (gli “eletti”) e che non avvertono più il bisogno di conversione. Il richiamo all’abito nuziale allude a uno stile di vita coerente con la fede.

«UN RE FECE FESTA DI NOZZE PER SUO FIGLIO»

«Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi…».IL rifiuto radicale, violento e oltraggioso dell’offerta di Dio è uno dei grandi misteri connessi alla libertà umana. Ma la Chiesa non teme di ripetere anche oggi l’invito del suo Signore ad accogliere il dono di Dio, per conoscere le gioie delle nozze divine. Chi accoglie l’invito, sa di entrare in comunione con Dio. Occorre, però, entrarvi con la coscienza purificata dal male e dal peccato. La pagina di Isaia (I Lettura) si apre su un annuncio insperato: il Signore promette di preparare sul monte Sion un banchetto sontuoso. Tutti gli uomini vi sono invitati. E vi parteciperanno con gioia, dopo aver fatto cadere dagli occhi la loro iniquità e abbandonato il peccato. L’apostolo Paolo (II Lettura) dalla sua dura vita di missionario ha appreso a contare soltanto su Cristo, «colui che mi dà la forza » fra le tribolazioni. Tuttavia egli è grato e ringrazia dell’aiuto che riceve dai Filippesi. Il testo odierno di Matteo (Vangelo) ci presenta due parabole connesse tra loro: la prima è quella degli invitati alle nozze, la seconda prende lo spunto dal simbolismo della “veste”, indicativo della dignità di una persona, per sottolineare il triste epilogo della vicenda.

«Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi…».

Domenico Brandolino, ssp

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