Il Giorno del Signore : XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / A
Domenica 12 ottobre 2014
La parabola del banchetto di nozze
narrata nel Vangelo odierno è un forte invito di Gesù a coloro che si
credono i privilegiati della fede (gli “eletti”) e che non avvertono più
il bisogno di conversione. Il richiamo all’abito nuziale allude a uno
stile di vita coerente con la fede.
«UN RE FECE FESTA DI NOZZE PER SUO FIGLIO»
IL
rifiuto radicale, violento e oltraggioso dell’offerta di Dio è uno dei
grandi misteri connessi alla libertà umana. Ma la Chiesa non teme di
ripetere anche oggi l’invito del suo Signore ad accogliere il dono di
Dio, per conoscere le gioie delle nozze divine. Chi accoglie l’invito,
sa di entrare in comunione con Dio. Occorre, però, entrarvi con la
coscienza purificata dal male e dal peccato. La pagina di Isaia (I
Lettura) si apre su un annuncio insperato: il Signore promette di
preparare sul monte Sion un banchetto sontuoso. Tutti gli uomini vi sono
invitati. E vi parteciperanno con gioia, dopo aver fatto cadere dagli
occhi la loro iniquità e abbandonato il peccato. L’apostolo Paolo (II
Lettura) dalla sua dura vita di missionario ha appreso a contare
soltanto su Cristo, «colui che mi dà la forza » fra le tribolazioni.
Tuttavia egli è grato e ringrazia dell’aiuto che riceve dai Filippesi.
Il testo odierno di Matteo (Vangelo) ci presenta due parabole connesse
tra loro: la prima è quella degli invitati alle nozze, la seconda prende
lo spunto dal simbolismo della “veste”, indicativo della dignità di una
persona, per sottolineare il triste epilogo della vicenda.
«Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi…».
Domenico Brandolino, ssp
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