domenica 19 ottobre 2014

Il Giorno del Signore : XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / A

Domenica 19 ottobre 2014

Dare a Dio ciò che è di Dio significa acconsentire che Dio abbia uno spazio di intervento nella vita degli uomini, diverso da quello che gli uomini si aspetterebbero o sarebbero disposti a riconoscergli. Il potere civile ha i suoi diritti; è necessario però rispettare i superiori diritti di Dio. - Oggi si celebra la 88ma Giornata Missionaria.

«È LECITO, O NO, PAGARE IL TRIBUTO A CESARE?»

Gesù ai farisei: «Mostratemi la moneta del tributo». «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».L’INSIDIOSA domanda rivolta a Gesù dai suoi nemici, farisei ed erodiani, circa il pagamento delle imposte ai Romani, ha la risposta del Maestro: «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Gesù illumina così il problema: la sfera religiosa e quella politica sono realtà legittime e autonome. Il profeta Isaia (I Lettura) vede in Ciro, re dei Persiani, lo strumento di liberazione del popolo eletto, purificato dagli anni di esilio a Babilonia. L’apostolo Paolo (II Lettura) fa l’elogio della comunità di Tessalonica, nella sua dimensione umana e teologica. Nei credenti fioriscono le tre virtù teologali: la fede operosa, la carità matura, la speranza costante. La presenza divina è garantita dall’azione dello Spirito Santo e dai molti doni e carismi. La replica di Cristo ai farisei (Vangelo) ci permette di gettare uno sguardo su una questione delicata e attualissima: quella dei rapporti tra la Chiesa e la politica. In altre parole: qual è il posto del cristiano nello Stato? Quali diritti e responsabilità gli competono? La risposta è: negli eventi politici come nelle vicende temporali dobbiamo sentirci impegnati a costruire il regno di Dio.

Gesù ai farisei: «Mostratemi la moneta del tributo». «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Domenico Brandolino, ssp

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