Il Giorno del Signore : XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / A
Domenica 28 settembre 2014
La chiave della comunione ecclesiale è in
queste parole di sant’Agostino: «Unità nelle cose necessarie,
pluralismo nelle cose secondarie, amore sempre e in tutto». Chiediamo al
Signore di assumere la nostra responsabilità nell’edificazione della
comunità cristiana.
CHI DEI DUE HA COMPIUTO LA VOLONTÀ DEL PADRE?
GESÙ
parla in modo duro ai “religiosi” del suo tempo, i farisei, che lo
condannano per la sua amicizia con pubblicani e prostitute. Gesù mette
in luce che proprio da coloro che sono a prima vista “senza-Dio” ci sono
tanti che realizzano la volontà di Dio perché sono capaci di vera
conversione. Per scuotere i farisei e anche noi, Gesù usa l’esempio dei
due figli (Vangelo), uno bravo all’apparenza, ma poi non si comporta
come tale, mentre l’altro, anche se sembra disubbidiente, fa la volontà
del padre. Gesù ci invita a non giudicare e ad avere sempre speranza nei
riguardi del prossimo. Sono parole, quelle di Gesù, che suonano come
perenne monito a chi si ritiene “a posto”. Il profeta Ezechiele (I
Lettura), ci ricorda che ogni uomo è arbitro della propria salvezza in
quanto il Signore è pronto a perdonare sia il giusto che il peccatore
che si converte. Gesù non si limita a insegnare a fare la volontà di
Dio, lui per primo ne dà l’esempio. Lo ricorda Paolo (II Lettura), che
riporta un inno di lode a Colui che eseguì in modo perfetto la missione
affidatagli dal Padre suo. Obbediente fino alla morte: per amore del
Padre, e per amore dell’uomo.
Un uomo aveva due figli. Al primo disse: «Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna». Rispose: no. Ma poi si pentì e vi andò.
Filippo Rappa ssp
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