XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
Liturgia della Parola: 2Re 5,14-17; Sal 97,1-4; 2 Tm 2,8-13; Lc 17,11-19
LA FEDE NON HA CONFINI
RAZZIALI E CULTURALI
DIRE grazie di cuore e con gratitudine per i doni ricevuti
da Dio! Tutto ci viene da lui: non c’è nulla che
non provenga dalle sue mani provvidenti. Viene presentato
nell’odierna liturgia il tema della fede che non ha confini
razziali, culturali, sociali. Naamàn, generale siriano
(I Lettura), nella sua ricerca di guarigione deve presentarsi
al profeta e compiere il semplice gesto di immersione
nel Giordano per guarire dalla lebbra. Obbedisce al
profeta e diventa così l’emblema del credente nel Dio di
Israele. L’apostolo Paolo esorta il discepolo Timoteo (II
Lettura) a porre la sua fiducia in Cristo e a predicare il
Vangelo anche in mezzo a prove e tribolazioni. Bel programma
di vita per un cristiano! Realizzarlo è anche compito
di tutti noi, che nel battesimo siamo morti e risorti
con Cristo, per partecipare alla sua gloria.
Il brano di Vangelo pone l’accento sulla qualità della
persona che torna indietro per ringraziare: è uno straniero
e lebbroso. La guarigione lo raggiunge nel corpo e
nell’anima: tutti sono guariti ma uno solo, il Samaritano
riconoscente, è salvato.
Domenico Brandolino, ssp
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