La nuovissima capitale del Myanmar, uno stato soggetto a cambiamenti sociali e politici particolarmente frequenti, è Naypyidaw (Nay Pyi Taw), che in birmano significa infatti “sede dei re”, succeduta a Yangon come sede del governo il 6 novembre 2005. La città, attualmente abitata da circa 100.000 persone, ha cambiato nome in occasione dell’elezione a capitale, dato che in precedenza era nota come Pyinmana. Dal punto di vista geografico, il centro sorge nella parte centrale del paese, 320 chilometri a nord di Yangon, all’interno della Divisione di Mandalay e sulle acque del lago Shan. La località è caratterizzata da una massiccia presenza di verde, con tanti alberi e molte case con il tetto di paglia. L’abbondanza della vegetazione costituisce un gradito cambiamento paesaggistico dopo aver visitato l’arida zona di Mandalay e Bagan.
La storia di Naypyidaw è profondamente segnata dagli eventi del 6 novembre 2005. Alle 11 di mattina di quel giorno, 11 squadre militari accompagnarono 11 tra ministri e segretari governativi da Rangoon al vecchio insediamento di Pyinmana, il luogo dove sarebbe sorta la nuova capitale del Myanmar. La frequenza di 11 non è casuale, ma dettata dall’osservazione astrale da parte dell’astrologo personale di Shwe, il dittatore che ormai da decenni assoggetta l’intera nazione. Lo spostamento degli uffici governativi fu dettato da esigenze logistiche, dato che Naypyidaw (Nay Pyi Taw) è collocata in un’area strategica per i traffici ferroviari, demografiche, nel tentativo di decentrare la popolazione da Rangoon che contava più di 5.000.000 di abitanti, e di difesa, visto che la città è situata nel centro dello stato, distante dalle coste sulle quali il governo teme che un giorno possano sbarcare le truppe degli Stati Uniti.
fiume Ngalai, che attraversa tutto l’abitato, costeggiato dalle coltivazioni di palme da cocco, e le spettacolari catene montuose Shan Yoma e Lei Yoma che si ergono rispettivamente ad est e ad ovest dell’agglomerato urbano. La valle circostante è tappezzata di risaie, molte delle quali producono anche due raccolti all’anno.
A causa della natura particolarmente eterogenea della sua popolazione, Naypyidaw vanta tre moschee ed una bella chiesa cattolica, la St Michael’s Catholic Church, un piccolo edificio in mattino situato a poche centinaia di metri dal fiume. Probabilmente si noterà che da queste parti il numero dei cartelli di propaganda è superiore alla media; questi ultimi sono stati affissi per spaventare i ribelli che si recano in città in segreto. Il territorio in mano ai rivoltosi inizia infatti appena 30 chilometri ad est del centro, mentre 80 chilometri a sud-est c’è il confine con gli Stati Kayin (Karen), Kayah e Shan.
Lo Yezin Forest Research Institute (Istituto Yezin per la Ricerca Forestale), situato 15 chilometri a nord della città, è un importante centro per lo studio dei legni duri birmani. Al pari di Taungoo, Naypyidaw è infatti un famoso polo del commercio del teak, per il quale i principali acquirenti sono la Corea, il Giappone, la Cina, Taiwan e Singapore.
Il clima è monsonico, contraddistinto da temperature ed umidità abbastanza elevate per tutti i dodici mesi dell’anno. Neanche nei mesi più freddi dell’inverno le temperature minime scendono al di sotto dei 10 gradi, mentre le massime in aprile e maggio possono arrivare a sfiorare i 40 gradi. Le precipitazioni, seppur inferiori rispetto a quelle che si registrano sulle località costiere, sono abbondanti, ma concentrate prevalentemente tra i mesi di maggio e settembre, quando cade praticamente l’80% del quantitativo di pioggia che ogni anno bagna la capitale del Myanmar.
Naypyidaw (Nay Pyi Taw) è ottimamente collegata a Rangoon dai treni, che impiegano circa 10 ore per coprire la distanza che separa la capitale dal centro più popoloso del paese. Negli ultimi anni, la compagnia aerea nazionale Mandalay ha istituito un volo al giorno tra i due centri, anche se non sempre gli orari vengono rispettati. Da un punto vicino al mercato centrale partono frequenti pick-up per Taungoo e Meiktila.
Contenuto pubblicato da Lorenzo Lovato
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