sabato 27 ottobre 2012

Il Giorno del Signore : XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B


XXX DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO / B

Liturgia della Parola: Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52

DISSERO AL CIECO: «CORAGGIO, TI CHIAMA!»

Gesù disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco: «Rabbunì, che io veda di nuovo».Oggi incontriamo nel Vangelo un povero cieco, Bartimeo, che supplica: «Abbi pietà di me! Fa' che io veda!». La risposta di Gesù è immediata ed esauriente, anzi va più in là della richiesta perché dice: «Va', la tua fede ti ha salvato! ».
Quello che Gesù apprezza e loda è la fede umile e perseverante del povero cieco che gli offre l'occasione di dargli non solo la guarigione degli occhi, ma anche la salvezza totale che lui viene a portare nel mondo. Il dono della vista è un segno di tale salvezza.
L'invocazione: «Signore, che io veda di nuovo!», è oggi l'invocazione della Chiesa intera, che chiede di rispondere al suo disegno, la voce di ognuno che attende di essere illuminato per conoscere le vie del Signore, per seguirlo con la fedeltà del discepolo. La prima lettura e il salmo responsoriale acclamano al Signore l'esultanza dei salvati dall'opera del Messia, mentre il brano della lettera agli Ebrei (II Lettura) proclama il Cristo "sommo sacerdote", dichiarato tale dal Padre.
Come il cieco ripetiamo la nostra supplica che sale al Padre in Cristo sacerdote e giusto e compassionevole (colletta), luce ai ciechi e gioia ai tribolati.
Bartolomeo Stellino, liturgista

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