domenica 28 ottobre 2012

Birmania, non si fermano scontri etnici in Stato di Rakhine: 112 morti



Sittwe (Birmania), 26 ott. (LaPresse/AP) - Non si fermano gli scontri etnici in Birmania tra le comunità di buddisti Rakhine e musulmani Rohingya, in seguito ai quali 1112 persone hanno perso la vita. Secondo quanto riferisce il portavoce dello Stato di Rakhine, Win Myaing, altre 72 persone, tra cui dieci bambini, sono rimaste ferite. Ieri il governo aveva annunciato che quasi duemila case erano state date alle fiamme.
A giugno, le violenze etniche hanno provocato almeno 90 vittime e la distruzione di oltre tremila case. Decine di migliaia di persone continuano a rimanere da allora nei campi rifugiati. Le violenze hanno visto interi villaggi dati alle fiamme e scatenato richieste internazionali per un intervento del governo. Il conflitto ha radici nella disputa sulle origini e la provenienza dei residenti musulmani. Anche se i Rohingya vivono in Birmania da generazioni, infatti, sono ampiamente denigrati come intrusi che vengono dal vicino Bangladesh.
Sulla questione è intervenuto oggi anche il presidente Thein Sein. "Mentre la comunità internazionale guarda da vicino la transizione democratica in Birmania - ha detto, secondo quanto riporta il quotidiano di Stato Myanma Ahlin - questo tipo di disordini potrebbero offuscare l'immagine del Paese". "La polizia, l'esercito e le autorità in cooperazione con la polizia - ha aggiunto - proveranno a ripristinare la pace e la stabilità, e intraprenderanno azioni legali contro ogni individuo od organizzazione che proveranno a istigare gli scontri". Una nota diffusa ieri sera dall'ufficio del segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, descrive le ultime violenze come "profondamente preoccupanti". Il numero uno dell'Onu ha quindi chiesto alle autorità birmane di "intraprendere azioni urgenti ed efficaci per riportare sotto controllo tutti i casi di violazione della legge".
"Le Nazioni unite - aveva detto invece ieri in una nota il residente e coordinatore umanitario dell'Onu in Birmania, Ashok Nigam - sono gravemente preoccupate delle notizie di una ripresa del conflitto inter-comunitario in diverse aree dello Stato di Rankhine, che ha provocato morti e ha costretto migliaia di persone, tra cui donne e bambini, a lasciare la propria casa". L'Onu, ha aggiunto Nigam, fa appello a un "immediato e incondizionato accesso a tutte le comunità, in accordo con i principi umanitari".
Pubblicato il 26 ottobre 2012
 http://www.lapresse.it/mondo/asia/birmania-non-si-fermano-scontri-etnici-in-stato-di-rakhine-112-morti-1.234951

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