6 maggio 2012
V DOMENICA DI PASQUA
V DOMENICA DI PASQUA
Liturgia della Parola:At
9,26-31; Sal 21,26b-28.30-32; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8.
IN QUESTO È GLORIFICATO IL PADRE:
«CHE PORTIATE MOLTO FRUTTO»
QUESTA Domenica si presenta quale festa della "pienezza
battesimale": dell'intimità profonda tra Cristo e il fedele
rinato con lui a Pasqua. Ma a proposito dell'immagine
della vite e del tralcio proposta oggi dal Vangelo di Giovanni,
sant'Agostino commentava lapidario: «O la vite o il fuoco». O
rimaniamo in Cristo e Lui in noi, come il tralcio nella vite, e
allora portiamo molto frutto; o al contrario: chi non rimane
in Lui viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo gettano
nel fuoco e lo bruciano.
Il messaggio è una forte esortazione
a rimanere in comunione di fede e di amore con Gesù, allo
scopo di crescere nella vita divina, ricevuta nel Battesimo.
Ma come restare uniti a Lui nella fedeltà quotidiana? Giovanni
risponde: «Chi osserva i suoi comandamenti dimora in
Dio e Dio in lui» (II Lettura). Inoltre, annunciando come
Paolo il Nome di Gesù risorto (I Lettura). Infine, accogliendo
questo avvertimento: Dio Padre, quale agricoltore, pota il
tralcio della vite, operazione dolorosa ma necessaria per portare
frutto. Altrimenti avverrà la separazione: chi non rimane
in Cristo è come un albero che non fruttifica: viene buttato
nel fuoco per essere bruciato.
Sergio Gaspari, smm.
Nessun commento:
Posta un commento