lunedì 11 luglio 2011

Taiwan, pinne di pescecane: a rischio la zuppa per palati “di lusso”

I pescatori non potranno praticare il finning (spinnamento) a bordo delle imbarcazioni. Già da qualche anno l’isola vieta di rigettare in mare i pescecani una volta spinnati. Ogni anno il finning uccide 73 milioni di squali, 4 milioni solo a Taiwan.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – I cinesi di tutto il mondo potrebbero avere più difficoltà a gustare la prelibata zuppa di pinne di pescecane, ora che Taiwan ha deciso di imporre nuove restrizioni nella caccia del predatore marino. Al divieto di gettare in mare lo squalo dopo avergli tagliato via la pinna, giudicato inefficace dalle associazioni animaliste, ora i pescatori dell’isola non potranno più effettuare il finning (lo spinnamento) a bordo delle imbarcazioni, pena la confisca della nave o la revoca della licenza di pesca.

Il finning, pratica diffusissima in Cina, Taiwan, Hong Kong, Giappone e Singapore, ogni anno uccide più di 73 milioni di squali, con il solo intento di ricavarne le pinne per la tradizionale zuppa. Lo squalo, rigettato in acqua senza pinne, è ormai immobilizzato e muore per annegamento, o perché in balia di altri pescecani.

Tuttavia James Sha, presidente della Fisheries Agency, difende i pescatori taiwanesi e “rassicura” le associazioni ambientaliste: “A differenza dell’Africa e dell’Asia sudorientale, i nostri pescatori non hanno motivo di gettare in mare gli squali ormai spinnati: la carne di squalo è molto richiesta e può essere venduta a prezzi ottimi”.

La Environmental and Animal Society di Taiwan, che ha accolto con soddisfazione le nuove regole, stima che solo nell’isola ogni anno più di 4 milioni di squali vengono massacrati. Nonostante le campagne portate avanti da attivisti per i diritti degli animali, la domanda di pinne di pescecane continua a crescere in modo considerevole. La tradizionale zuppa, una specialità della cucina cinese, è considerata un alimento di lusso: in alcuni ristoranti arriva a costare anche 100 dollari a porzione.

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