
Il finning, pratica diffusissima in Cina, Taiwan, Hong Kong, Giappone e Singapore, ogni anno uccide più di 73 milioni di squali, con il solo intento di ricavarne le pinne per la tradizionale zuppa. Lo squalo, rigettato in acqua senza pinne, è ormai immobilizzato e muore per annegamento, o perché in balia di altri pescecani.
Tuttavia James Sha, presidente della Fisheries Agency, difende i pescatori taiwanesi e “rassicura” le associazioni ambientaliste: “A differenza dell’Africa e dell’Asia sudorientale, i nostri pescatori non hanno motivo di gettare in mare gli squali ormai spinnati: la carne di squalo è molto richiesta e può essere venduta a prezzi ottimi”.
La Environmental and Animal Society di Taiwan, che ha accolto con soddisfazione le nuove regole, stima che solo nell’isola ogni anno più di 4 milioni di squali vengono massacrati. Nonostante le campagne portate avanti da attivisti per i diritti degli animali, la domanda di pinne di pescecane continua a crescere in modo considerevole. La tradizionale zuppa, una specialità della cucina cinese, è considerata un alimento di lusso: in alcuni ristoranti arriva a costare anche 100 dollari a porzione.
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