Il libro di Deconto di un garibaldino ,controllato e firmato da Giovanni Granucci
ANCHE UN CALCESANO CON I mille DI GARIBALDI
C’era anche un Calcesano tra i 1089 garibaldini che parteciparono attivamente alla spedizione dei Mille.
Si chiamava Giovanni Granucci (figlio di Paolo) e fece parte di quella piccola schiera di Pisani (erano in 4, insieme a lui Giuseppe del Chicca, funaiolo; Angelo Marabotti, carraio; Tommaso Romani, sarto) che partirono il 5 Maggio del 1860 da Quartu con Garibaldi per la grande spedizione che portò all’unione dell’Italia.
Ma chi era Giovanni Granucci?
Dall’elenco ufficiale dei Mille,Tratto dalla gazzetta ufficiale del 12 Nov. 1878 – n°226 e riprodotto nell’opera : “I Mille da Genova a Capua” di G.Bondi (ed B.U.Rizzoli) si trova nell’elenco al n°526 GRANUCCI GIOVANNI fu Paolo di Calci (Pisa).
Dal registro dei Battezzati della Pieve di Calci dell’anno 1838, abbiamo tratto l’atto di battesimo, a margine contrassegnato “ Castelmaggiore “ – GRANUCCI GIOVANNI, Valentino, Cesare di Paolo, del fu Pietro e di Maria di Valentino Vanni L. C. Btz (legittimi coniugi battezzati) nato il di 13 Dicembre a ore 3 di sera, battezzato a ore 2,1/2 dal Sig. Pievano Del Corso – Compare Raimondo Punta.
La famiglia Granucci non risulta tra le antiche famiglie calcesane, la sua comparsa nella vallata calcesana, sembra non spingersi oltre gli inizi del XIX secolo; da allora la sua dimora fu la parrocchia di Castelmaggiore. I suoi componenti esercitavano il mestiere di mugnai, come figlia di mugnai era anche la madre di Giovanni, Maria di Valentino o Valente, quel Valente che ha dato il suo nome al conosciutissimo ponte sullo Zambra.
Il giovane Giovanni seguiva la tradizione familiare, come mugnaio alle dipendenze della ditta Tellini. Per l’apprezzamento della sua intelligenza vivace, la direzione dello stabilimento gli aveva affidato la responsabilità di magazziniere nel deposito di grani e farine gestito a Pisa.
Di temperamento altéro, venuto a contrasto con il suo datore di lavoro, si racconta che un giorno Giovanni buttò le chiavi del magazzino in Arno e scomparve, troncando ogni rapporto con la ditta dove lavorava, con la famiglia, con gli amici.
Ebbe con la famiglia rapporti soltanto epistolari, ma le sue lettere sono andate perdute, eccetto una cartolina spedita da Lamon (Belluno) l’8 giugno 1897 e, incredibilmente ma vero, arrivata a Calci il giorno successivo. Questa cartolina è gelosamente custodita da me e mio padre, discendenti diretti di Giovanni.
Il paese non lo rivide più, né i discendenti conservano di lui notizie certe o particolari memorie.
Dal “ Dizionario del Risorgimento Nazionale “ si rileva il suo brillante curriculum d Garibaldino che testualmente riporto :
GRANUCCI GIOVANNI – n° 13/12/1839 a Calci - m. Dicembre 1914 a Lamon (Belluno). Fece come volontario di un anno la campagna del 1859 e fu decorato della medaglia francese. L’anno seguente prese parte alla Spedizione dei Mille e poco dopo la presa di Palermo, venne nominato sottotenente nella 18° Divisione dell’esercito di Garibaldi (11 Giugno) quindi promosso luogotenente ed insignito della medaglia d’argento per essersi distinto nei fatti d’arme di Villa Gualtieri (episodio della battaglia del Volturno – 1° Ottobre ) – Confermato nel medesimo grado nel Corpo dei Volontari Italiani (4 Agosto 1861) e poi nel 3° fanteria (27 Marzo 1862) partecipò alla campagna del 1866 e fu infine riformato il 3 Sett. 1871. Passato successivamente nella milizia provinciale, nella milizia mobile e nella riserva, raggiunse in questo ultimo corpo il grado di Tenenente Colonnello (1903).
Non si sa molto di più di questo personaggio. Nel 1878 era residente a Verona,e nel 1910 a Feltre,
come già detto morì a Lamon (Belluno).In pratica dopo la spedizione dei Mille scelse di vivere in Veneto. La mia personalissima opinione è che scelse di vivere in quella regione magari seguendo consigli di alcuni suoi compagni della spedizione che sono appunto di quelle zone.
Recentemente ho trovato un’altra piccola testimonianza della sua vita, solo poche righe riportate nel libro di Pia Palmieri Gaio, “ Nel silenzio della collina “un omaggio a Lamon, che dice :
“”Il ricordo di un personaggio strano, come il tenente colonnello Giovanni Granucci, già volontario dei Mille di Garibaldi arrivato a Lamon seguendo la moglie. “”
Si sa dunque che era sposato, ma nonostante le ricerche non si sono trovate persone che si chiamano Granucci in tutto il Veneto.
Ho voluto ricordare questo mio avo in questo periodo di festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia, è una forma di rispetto per questa persona, forse un po’ strana e caratterialmente difficile, che in un certo periodo della sua vita ha preferito mollare tutto, parenti amici, luoghi cari, e rifarsi una vita completamente diversa da quella che faceva in un’altra parte dell’Italia.
Mi spiace solo che le istituzioni locali non lo abbiano ricordato adeguatamente nel paese natio, come invece è stato fatto nei luoghi che lo hanno adottato, anche se ad onor del vero, gli è stata intitolata una strada alla Gabella, una frazione di Calci.
Michele Granucci
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