lunedì 28 febbraio 2011

Laos : Ascoltando il suono del riso che cresce ( di Giovanna)



Splendido spezzone del viaggio di Giovanna nel Sue est asiatico
http://www.ilgiramondo.net/forum/blog-viaggio/giovanna/30-2-febbraio-ascoltando-il-suono-del-riso-che-cresce.html

Conoscete il detto (di epoca coloniale) " I vietnamiti piantano il riso, i cambogiani lo guardano crescere, i laotiani ascoltano il suono del riso che cresce."?

Probabilmente il detto in origine aveva un intento in parte spregiativo per l atteggiamento calmo dei laotiani, molto diverso dal dinamismo vietnamita.
Eppure racconta bene anche la serenita di questa gente che nonostante regime e poverta riesce a conservare il sorriso.
Anche e soprattutto di fronte al nervosismo altrui loro oppongono un volto sorridente quasi a voler neutralizzare la tua negativita. E cosi anche se il tuo autobus non arriva per due ore e resti piantato in mezzo alla strada finisci per sorridere anche tu, specie se insieme al sorriso di scusa ti offrono delle strane rape dolci e molto ricche di liquidi come genere di conforto
Le sbucciavamo tutti in mezzo alla strada quelle rape stamattina, e come ce le siamo mangiate. Che buone.
Provate a dare un craker ad un affamato e osservate la reazione

Forse avrei dovuto titolare questo post "Un francese mi disse.."
Siamo a Don Khong nel Si Phan Don, la regione delle 4000 isole, la dove il Mekong e largo e sembra volte quasi un lago.
Un ragazzo francese alle dipendenze di un blasonato TO d oltralpe, incontrato sulla giunca ad Halong Bay, ci aveva detto: " Non andate nel Laos del sud, non c e niente"
Beh a noi questo "niente" sta piacendo moltissimo.

Gia dall alto il Laos qui appare profondamente diverso. Al nord foresta, qui terra rossa e alberi radi. Sempre case su palafitta e sempre via d acqua che il Laos sara pure un paese senza sbocco al mare ma qui si puo lasciar spaziare lo sguardo su tanta, tanta acqua dolce. Un incanto.

Da Pakse abbiamo contrattato e preso un pulmino insieme ad altri italiani e siamo andati direttamente a Champassak. Sulla via papere, galline, caprette, fabbriche di mattoni e questa campagna dalla terra rossa e che con i suoi alberi alternati a cespugli bassi ricorda vagamente il bush africano. Specie con bufali e aironi in mezzo.

Champassak e graziosa e rilassante, in pratica una via lungo il Mekong con case laotiane e vecchie ville principesche. Le guest house si somigliano un po tutte, noi abbiamo preso la terza che ci hanno mostrato (quella col bagno un po meno verde).
Il Mekong qua e' largo ma sull altra sponda si vede una bella spiaggia bianca.

Bici e via verso il Wat Pho. Sito imponente anche se diroccato. Vale decisamente la pena di una visita. E poi dall alto si gode di una vista incredibile.
Qui si venerava il lingam (fallo) di Shiva che avrebbe fecondato l universo durante la creazione.
Ora il sito e sacro per i buddhisti.
Che sudata per arrivarci, una pedalata di una decina di km all una del pomeriggio con caldo tropicale. Pero che bello fermarsi ogni tanto e osservare la vita della campagna.

Dopo ci siamo concessi un bel lao cocktail pensando fosse una sorta di rhumpunch un po lungo e bello fresco. Si, come no. E' una cosa densa e a temperatura ambiente a base di grappa di riso, miele e lime. Sapore anche buono ma una bomba.
Meno male l abbiamo preso nel ristorantino vicino alla nostra gh se no, dopo quella pedalata, sarebbe stato problematico trovare la camera
Ancora pesce del mekong arrostito: sapete che e' davvero buono? e io che da sarda viziata ho sempre considerato con sospetto i pesci d acqua dolce.

Stamattina ancora non avevamo deciso che fare, poi abbiamo acchiappato un tuk tuk last minute, gia mezzo carico, per andare all imbarcadero, prendere il ferry (che gia da solo e uno spettacolo, ci sono le venditrici che in dieci minuti di traversata riescono a preparare zuppe di noodles e a sfamare quanti piu viaggiatori possibile, il tutto con fornellini improvvisati e pentole portate in spalla sul bilanciere) e tornare sulla via del sud.

Ora siamo a Don Khong, la piu grande isola del Si Phan Don. Anche qui ci avevan detto di non venire e invece e stupenda.
Prendere una bici e girare tra le case, lungo il fiume, attraverso le risaie finalmente verdi, con una calma e una quiete che siamo stati felici di ritrovare dopo la capitale.

Don Khong e' l isola dei bambini. Non so perche, forse perche ci sono sulla via molte scuole e i bimbi vengono qui a studiare dalle altre isole.
Tanti e tutti che ti gridano sabaideeeeeee o sollevano il cagnetto che hanno in braccio per mostrartelo felici.
I bambini sono belli in tutto il mondo, qui mi inteneriscono particolarmente per quanto sono aperti, estroversi, attraenti. Ti vengono incontro con una fiducia disarmante. Abbiamo avuto modo piu volte di notare quale sia l attenzione e la cura dei laotiani per i propri figli, anche con le femmine, sono molto affettuosi.
E i bimbi quel sorriso spesso lo mantengono anche da adulti. E non ti seguono per domandarti la caramella o il soldino. Capita anche questo ma il piu delle volte vengono a giocare con te e ti corrono incontro per salutarti con indosso la gonna o i calzoncini blu e la camicia bianca della divisa scolastica.

Qui non ci sono tante Gh, pensavo di trovare piu turisti invece siamo davvero pochi.
Anche qui abbiamo scelto una casa tradizionale ben restaurata invece che un edificio nuovo. E il Sala Done Khong, abbiamo prenotato anche in quella dell isola di Khone dove andremo domani.
Spero non sia anche questa da girare in bici perche dopo una due giorni intensiva di pedalate inizio ad essere vagamente dolorante


sabaidee

g .

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