martedì 30 novembre 2010

* In Italia ci sono 150mila malati di Aids, 22mila casi conclamati


Un sieropositivo su 4 non sa di esserlo.La principale via di trasmissione è rappresentata dai contatti sessuali non protetti
Roma, 30 nov. (Apcom) - In Italia sono attualmente presenti circa 150.000 persone Hiv positive viventi, di cui più di 22.000 in Aids. Un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto. Rispetto a venti anni fa, oggi si infetta un minor numero di persone (circa 4.000 all'anno), ma è molto più elevato il numero dei sieropositivi viventi per effetto delle maggiore sopravvivenza legata alle terapie più efficaci. La principale via di trasmissione è rappresentata dai contatti sessuali non protetti, che tuttavia non vengono sufficientemente percepiti come a rischio, in particolare dalle persone di età matura. È questa la fotografia attuale che emerge dal report del centro operativo Aids dell'Iss relativo al 2010, presentato a Palazzo Chigi alla vigilia della giornata mondiale dell'Aids. "I dati evidenziano quanto sia sempre più necessario incoraggiare l'uso del test Hiv nella popolazione sessualmente attiva - ha spiegato il ministro della Salute - Il ritardo diagnostico dell'infezione è un dato recente che trova più si conferma negli aggiornamenti epidemiologico. Le campagne d'informazione che tendono ad aumentare la percezione del rischio nella popolazione sessualmente attiva - ha concluso - sono perciò uno strumento che è diventato strategico nell'attuale fase dell'epidemia". La campagna 2010 avviata da pochi giorni serve a sensibilizzare i cittadini sul tema e sull'importanza di non abbassare la guardia. I dati sono tuttavia incoraggianti. "Oggi rispetto a quindici anni fa ogni anno nel nostro Paese si ammalano 4000 persone in meno - ha spiegato il presidente dell'Iss Garaci - non è un risultato da poco perché è frutto della ricerca ma anche dell'accesso ai farmaci garantito dal nostro Servizio Sanitario Nazionale. È vero però che ancora si infetta quasi una persona ogni due ore e per questo non dobbiamo abbassare la guardia e non rinunciare a mettere a punto un vaccino efficace".

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