lunedì 12 maggio 2008

Ai posteri l'ardua sentenza

lunedì 12 maggio 2008
Ai posteri l'ardua sentenza!

Da svariati giorni si legge sui giornali che gli aiuti internazionali vengono "presi" in consegna dalla giunta e distribuiti per mano loro, fino a qui tutto accettabile... diciamo che umanamente si potrebbe dire "l'importante che gli aiuti arrivino!" (anche se io personalmente qualche bel "PORCA PUTTANA!" lo esclamerei!)

E invece no purtroppo, gli aiuti confiscati dai militari vengono distribuiti a chi vogliono loro e prendendosene tutto il merito, cosa non difficile visto il grado di povertà e ignoranza in cui vive il popolo, specialmente ora dopo il disastro naturale.

A parte il fatto che strumentaliazzano la cosa per il referendum in atto in questi giorni, ovviamente non vogliono lasciare entrare i volontari perchè hanno molto da nascondere e perdere, hanno paura che una volta dentro sarebbe difficile mandarci fuori!

Leggiamo l'articolo sotto che certamente è molto esaustivo di cio' che sta succedendo:

Rangoon, confiscati gli aiuti
Voto farsa per il referendum
di DANIELE MASTROGIACOMO

La giunta sequestra le donazioni. I carichi umanitari fermi all'aeroporto della capitale
Solo mezzo milione di sfollati, sui due e mezzo stimati, hanno ricevuto soccorsi
Rangoon, confiscati gli aiuti
Voto farsa per il referendum

BANGKOK - La cosa più assurda e grottesca ce la mostra Mrtv, la televisione di Stato della Birmania. Si vedono in continuazione i papaveri della giunta militare che distribuiscono, con un sorriso, pacchi di aiuti alla popolazione stremata. Su ognuno c'è scritto in grande, in stampatello, il nome di un generale. Tutti pezzi grossi. Poi l'obiettivo inquadra l'onnipresente capo supremo, generale Than Schwe, e finisce per zoommare di nuovo sul pacco. Scritta più in piccolo, si nota una seconda etichetta: "Dono del regno di Thailandia".

Nel giorno del referendum costituzionale, primo atto di una road map a cui nessuno crede, i militari al potere dal 1948, anno in cui gli inglesi concessero l'indipendenza a Rangoon, cedono alla farsa e premiano chi si reca a votare.

Ma è un gioco facile: sequestrano i carichi umanitari (pochissimi) che arrivano all'aeroporto, ringraziano, fanno ripartire il personale straniero e poi pensano loro a distribuire i regali. Come e dove vogliono. La trattativa tra il Pam, l'organizzazione dell'Onu che coordina l'invio dei soccorsi, e la Giunta si protrae da sei giorni.

I cargo delle Nazioni unite restano a terra a Bangkok, il segretario generale Ban Ki-Moon attende da martedì di parlare al telefono con il capo dei militari, il responsabile della missione in Asia è esausto e venerdì sera, frustrato, ha deciso di gettare la spugna. Ha sospeso il ponte aereo che aveva programmato e definito con i vertici della Giunta. Poi, ieri mattina, forse anche grazie alle pressioni della Cina, grande alleato dei militari al potere, è arrivato il via libera e l'Onu ha potuto spedire i primi aiuti.

Un piccolo convoglio di due camion, con venti tonnellate di materiale, si è diretto al nord della Thailandia, ha superato la frontiera e adesso, sembra, sta proseguendo per la capitale. Il primo aereo, sempre delle Nazioni unite, è riuscito anche ad atterrare allo scalo internazionale di Rangoon. Ma qui si è trovato di fronte all'ennesimo contrattempo. I militari hanno preso cibo, medicine, tende, teloni e altri beni di prima necessità e li hanno sequestrati.

Stesse scena e stessa cortesia: grazie mille, ci pensiamo noi. Marcus Prior, capo missione a Bangkok, è rimasto di sasso: "Gli accordi prevedevano che il nostro personale avrebbe partecipato alla distribuzione. Adesso i carichi sequestrati sono quattro. Soprattutto i biscotti energetici, possono salvare migliaia di vite umane, servono alla popolazione più isolata, quella che non è stata ancora raggiunta".

In queste condizioni è impossibile far arrivare la montagna di soldi stanziati e raccolti in giro per il pianeta. Fanno gola e gli organismi internazionali pretendono di sapere come e dove verranno utilizzati.
Secondo Richard Harsey, responsabile delle Nazioni unite in Thailandia, la situazione sul terreno è disastrosa. Solo mezzo milione di sfollati, sui 2 e mezzo stimati, è stato soccorso. Il resto è abbandonato a se stesso, si arrangia come può, mangia ciò che trova, arraffa i resti di riso nelle case vuote, lo mette ad asciugare al sole, disteso per terra, si nutre con i piccoli granchi rimasti intrappolati negli acquitrini, strappa banane e cocchi che si sono salvati dalle ondate del ciclone.

La priorità della giunta, in queste ore, non sono quei due, tre milioni di dannati, ma il successo del referendum che si è ostinata a voler convocare nonostante l'inferno scatenato dal ciclone. Mentre la gente vagava alla ricerca di un anfratto, di una manciata di riso, di torce e benzina, giovedì sera la tv mandava in onda i video delle star dello spettacolo che invitavano a votare a favore della nuova Carta costituzionale. Non si sa quanti, in questa tragedia, abbiano avuto il tempo e la forza di recarsi alle urne.

In 47 distretti, quelli del delta dell'Irrawaddy, i più colpiti da Nargis, si voterà il prossimo 24 maggio. Ma a nord di Rangoon sono stati aperti dei seggi dentro le scuole e gli uffici pubblici. Chi è rimasto sul posto dice di non aver visto molta gente. E quei pochi, afflitti, spenti, dichiaravano subito di votare sì. Per soldi, per inerzia, per rassegnazione. Un giorno la Giunta annuncerà i risultati: è scontato che la Carta voluta dai militari, per conservare ancora il potere, sarà approvata.
www.repubblica.it

Io, Ivan Pasinetti in qualità di amministratore del sito www.VisaforThai.com e di questo Blog ho donato con il metodo PayPal attraverso questo sito http://missionfish.org/NPMMF/cphomepage.jsp?NP_ID=-30 , mi auguro aderirete in molti e che soprattutto i soldi bengano ben gestiti e ridistribuiti.
Pubblicato da visaforthai

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