sabato 22 dicembre 2007

La Valle Santa nel Reatino

Luoghi Francescani

La Valle Santa nel reatino

Da alcuni anni mi reco regolarmente, in genere ad inizio Estate, nella meravigliosa Umbria, regione che amo in maniera particolare. In genere mi fermo appena fuori Foligno,su uno splendido colle, (colle dei Cappuccini), da dove si ammira uno stupendo panorama della città. Su questo colle si trova un bellissimo convento Francescano, completamente ristrutturato, ed adibito adesso anche a casa di accoglienza per pellegrini e turisti. Il posto è un luogo ideale per poter visitare i luoghi Francescani e non, dell’Umbria e del Lazio.

Proprio in una di queste mie uscite Umbre, ho dedicato una giornata alla visita della splendida valle reatina, dove tra l’altro si trovano quattro importanti luoghi, in cui è transitato San Francesco.Durante la strada tra Foligno e la Valle reatina, si incontrano paesi incantevoli, Spello, Trevi, Spoleto, meriterebbero tutti una visita, ma il tempo purtroppo è quello che è. Passato Spoleto termina la superstrada e si procede sulla statale fino a Terni, si attraversa questa bella città e poi si inizia a salire, fino al valico, è forse questa la strada più brutta. Arrivato nella grande valle Reatina, si prende a destra ,secondo le indicazioni e si segue il percorso della Valle Benedetta, che mi porta come prima meta, dopo aver salito un po’, al convento di Greggio. Lo spettacolo è unico.Il Santo vi si recò la prima volta da solo nel 1209, quindi con i compagni nel 1217, quando si rifugiò sulla sommità del monte Lacerone (oggi S. Francesco), infine nel 1223, quando, durante la celebrazione del Natale nella cappellina di S. Luca, Francesco istituì la tradizione del Presepe.La stessa tradizione, inoltre, vuole che il Convento sia stato costruito proprio sul costone roccioso a picco sulla vallata, sul quale piombò il tizzone di fuoco lanciato da un fanciullo di Greccio alla presenza del Santo.Il Convento è oggi costituito da un complesso di fabbricati, il cui nucleo più antico (l’antica Chiesa di S. Bonaventura) dovrebbe risalire, secondo l’opinione comune, all’epoca di Francesco (1228, anno della canonizzazione del Santo), mentre il resto apparterrebbe alla seconda metà del Duecento (1260-70).Per raggiungere il Convento si segue una comoda cordonata, quindi, percorrendo uno stretto corridoio, si può visitare la Cappella del Presepio, dove Francesco nel Natale del 1223 fece allestire una rappresentazione realistica della notte santa di Betlemme e inaugurò la tradizione del Presepe dinanzi ai fedeli di Greccio e dei casolari attorno.Qui troviamo, proprio sopra l’altare, una Natività di Cristo di scuola giottesca (fine del 1300) e il Presepio di Greccio.Fuori della Cappella, si può visitare la cella dove Francesco dormiva sulla nuda roccia e, al di sopra, l’Oratorio di S. Bonaventura, ossia la prima chiesa edificata sul luogo, che conserva ancora gli stalli originari del coro, il leggio e il supporto della lanterna che illuminava il libro.Si passa, quindi, al Dormitorio di S. Bonaventura, con le sue nude celle lignee risalenti al 1260-70.Da qui è possibile, mediante una botola, discendere alla Grotta del Beato Giovanni da Parma, che vi dimorò in penitenza per 32 anni. La Chiesa, costruita nel 1959, si trova accanto agli antichi edifici del Convento.Dallo stesso convento, attraverso una mulattiera, è possibile salire al Monte San Francesco (m 1205), ove sorge una cappelletta del 1792, proprio sul luogo della capanna ove dimorò il Santo.Due volte all’anno (il 25 maggio e il 17 settembre) vi salgono in preghiera i monaci del convento.Dopo aver fatto una veloce visita anche al paesino , ridiscendo a valle e continuando la strada per Rieti, proprio vicino alla città, si trova la deviazione per il Convento di Fonte Colombo. Ho visitato questo meraviglioso luogo in completa tranquillità, è veramente un luogo unico. Appena arrivato al convento, sono stato attratto da una finestrella con grata, a fianco c’era scritto “ Come siete fummo, come siamo sarete “. Incuriosito ho guardato dentro ed ho visto una stanza piena di scheletri, alcuni con vesti antichissime. Nella solitudine più assoluta ho disceso il sentiero verso gli anfratti dove pregava Francesco. Ogni Convento dove ha dimorato Francesco, ha il suo “Sacrum Speculum”, si tratta di anfratti, luoghi scomodi ed inospitali,dove il Beato si ritirava per le sue preghiere e le sue meditazioni.Fonte Colombo è' probabilemente il più importante dei quattro santuari francescani che si trovano nella Valle Santa reatina.Fù S. Francesco in persona a indicarne il nome quando, attratto dal bosco di lecci e di querce, scorse in un sito impervio e appartato una fonte di acqua limpidissima che chiamò, per questa limpidezza, Fons Palumbae.Il Convento è detto anche "Sinai francescano", perchè il Santo vi trascorse 40 giorni in totale digiuno, prima di dettare nel Sacro Speco una delle definitive redazioni della sua Regola (1223) a frate Leone.Vi tornò ancora (1225) per subire la dolorosa cauterizzazione agli occhi gravemente ammalati di oftalmia.Il primo edificio a sorgere fu una chiesetta sui fianchi del monte dedicata alla Madonna; quindi, in vetta, comparve successivamente il convento.Sulla piazzetta troviamo la Chiesa dedicata ai santi Francesco e Bernardino, consacrata nel 1450 dal Cardinale Nicolò di Cusa.Sul portale una lunetta del sec. XV raffigurante la Madonna col Bambino e i SS. Francesco e Lodovico.Il portico è moderno (1940).L’interno è a una navata. Vi si scorgono, tra l’altro, statue lignee seicentesche (tra cui quella del Santo), un bassorilievo anch’esso ligneo (Gesù che conferma la regola) scolpito sul leccio dove sarebbe apparso il Cristo.Le vetrate alle pareti raffigurano episodi della permanenza di S. Francesco a fonte Colombo mentre in una teca è conservato il saio di Beato Tommaso.Il Santuario si apre a sinistra della Chiesa, da qui si scende al Romitorio di S. Francesco, laddove il Santo fu operato, quindi al Conventino di S. Bernardino, e ancora alla Cappella di S. Maria, dove è dipinta la cosiddetta Maddalena fulva più alcuni affreschi di scuola bizantina, e dove, al di sopra, c’è la campanella mediante cui Francesco chiamava alla preghiera i fratelli.A sinistra, nello sguancio della piccola finestra, il tau francescano.

Fuori dalla chiesina, si scende al suggestivo Bosco Sacro, detto Bosco del Silenzio, dove è tradizione che gli uccelli non cantino perché il Santo li avrebbe invitati a tacere per non disturbare la sua meditazione.Si incontrano, quindi, la Cappella di S. Michele con il sasso su cui Francesco dormiva e una casetta dove è custodito il leccio su cui apparve Gesù.Dal piazzaletto si scende nel bosco sino alla Fonte delle Colombe.Sorge a circa 6 Km da Rieti immerso in un bosco di lecci, a m 549 s.l.m. Continuando il mio viaggio, ridiscendo dal Santuario di Fonte Colombo, ed in pratica ritorno sulla statale che è come un grande circuito intorno alla valle reatina. Attraverso Rieti ed arrivo sull’altro versante della valle, e da qui la prima tappa che mi si presenta è il Convento di S.Maria della Foresta. Un luogo incantevole, lontano dalla confusione di Assisi. Tra tutti i conventi della Valle Santa, è l’unico che non è più abitato dai Frati. In questo momento è gestito da una associazione che si interessa di problemi di vario genere nei giovani. Riesco a visitare molto bene questo convento, grazie anche alla collaborazione proprio di uno di questi ragazzi che vive lì e che mi ha fatto da Cicerone.Il Santo vi sostò nel 1225, facendovi tappa durante il tragitto per Fonte Colombo, invitato dal Cardinale Ugolino Conti (poi Papa Gregorio IX), affinché potesse operarsi agli occhi ammalati.A quei tempi l’attuale complesso, che appare a prima vista come un grosso casale, era ridotto alla semplice chiesetta di campagna, S. Fabiano, alla quale si accede ancora oggi da un portico trecentesco. Nel piccolo abside affreschi del sec XV.La folla che nel 1225 accorse numerosa per vedere il Santo devastò una vigna che, nonostante ciò, diede comunque un raccolto abbondante. L’evento fu considerato miracoloso e, proprio per celebrarlo, fu realizzato l’attuale Convento (1225-1232), consacrato dallo steso Gregorio IX.La chiesa originaria fu, quindi, ampliata nel Seicento con l’aggiunta della Chiesa di S. Maria, comunicante con la prima.Dal portico si accede al chiostrino quattrocentesco, dove si trova la domus che ospitò S. Francesco.Da qui è possibile scendere nella grotta dove il Santo si ritirava per la preghiera.Francesco, probabilmente, compose in questo luogo il suo Cantico di Frate Sole, o comunque ne ebbe ispirazione, immerso nell’atmosfera mistico-naturalista di questo piccolo complesso conventuale circondato da boschi di roveri e castagni.Un moderno gruppo scultoreo, opera di Lorenzo Ferri, ricorda l’evento.E’ il più piccolo dei quattro conventi francescani che si affacciano sulla Valle Santa di Rieti, ma ciò non vuol dire che sia il meno suggestivo.Vi si giunge prendendo via Ricci nei pressi della Stazione ferroviaria di Rieti e proseguendo verso nord per circa 5 Km.Continuando il mio viaggio ,abbastanza veloce in questa santa valle, mi manca di raggiungere l’ultimo obbiettivo che mi ero prefissato, il Convento di S.Giacomo a Poggio Bustone.Dopo aver lasciato la statale, si comincia a salire verso Poggio Bustone, che è un paese a circa 800 metri di altezza, il caldo si fa veramente sentire. Appena si entra in paese c’è un enorme cartello con su scritto “il paese della musica e della fede, più avanti una grande statua di Lucio Battisti, mi ricorda che quello è il suo paese natale, ed anche i giardini si chiamano “Giardini di Marzo”. Raggiungo il Convento che si trova sopra il paese, e sono l’unico visitatore.Francesco si recò per la prima volta a Poggio Bustone nel 1209, salutando le popolazioni con la celebre frase: “Salute buona gente”. A ricordo di questa prima visita, il 4 ottobre di ogni anno un paesano fa un giro del paese salutando nella medesima maniera gli altri abitanti.Francesco ritornò spesso a Poggio Bustone, dove svolse una vera e propria opera di evangelizzazione e dove si ritirava ogni volta in preghiera in una grotta sul monte.Alla Chiesa di S. Giacomo Maggiore (metà del ‘400) e al Convento stesso si accede da un portico.L’interno della chiesa è in stile gotico a una navata, con dipinti del secolo XV.Il Convento risale invece a tre periodi differenti, dal secolo XIII al XVII.Il Chiostro, che conserva una bella Madonna del XIV secolo, poggia per un lato su pilastri e colonnine ottagonali appartenenti all’originaria struttura duecentesca.E’ possibile visitare, infine, il Romitorio (o Cappella del Perdono) dove S. Francesco si recava a pregare. Bisogna percorrere un sentiero molto aspro, che sale per circa una ventina di minuti alla base di una rupe. Qui c’è la chiesetta duecentesca, che conserva la grotta ove il Santo pregava e dove, per lunghe ore, egli stava inginocchiato sulla dura pietra, entro la cavità della roccia.Nella Cappella seicentesca, aggiunta alla prima, c’è una tela molto significativa (Angelo che annuncia la remissione dei peccati) che ricorda la remissione dei peccati ottenuti qui dal Santo, proprio mentre compiva questa missione in terra reatina.Si trova a 20 Km circa da Rieti, in direzione nord.Per raggiungerlo si imbocca prima Viale Maraini, quindi la statale 79.Dopo una decina di Km si devia a destra, per una strada prima piana e in rettilineo, quindi ascendente le pendici dei Monti Reatini, con un magnifico panorama sulla Valle.Dopo alcune svolte si giunge al paese di poggio Bustone (m 756 s.l.m.), di aspetto medievale. La strada sale ancora fino a raggiungere il piazzale delle Missioni Francescane, in fondo al quale sorge il Convento (m 818 s.l.m.), risalente al 1235-37.

La mia giornata nella valle benedetta reatina, termina qua, anche se di luoghi da visitare ce ne sarebbero molti altri, ma purtroppo il tempo è tiranno. Sulla strada del ritorno per Foligno, si costeggia il bellissimo lago di Prediligo, e più avanti le stupende cascate delle Marmore.

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