sabato 6 febbraio 2016

Il Giorno del Signore : V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 2016

7 febbraio 2016

La Liturgia della Parola di questo giorno del Signore è all’insegna delle chiamate: da Isaia a Paolo, da Pietro agli apostoli. Dalla vocazione si passa alla missione, quella di annunciare Cristo e il Vangelo e diventare così “pescatori di uomini”, a prezzo della vita. - Verso la 24ma Giornata del malato: 11 febbraio.

«NON TEMERE: D’ORA IN POI SARAI PESCATORE DI UOMINI»

commento

Dopo la pesca miracolosa, tirate le barche a terra, Pietro, Giacomo e Giovanni seguirono Gesù.

NEI due racconti di vocazioni che la liturgia oggi ci presenta, riscontriamo due interlocutori: Dio interviene per abilitare i chiamati alla futura missione, e questi devono rispondere con prontezza, senza esitazioni. La prima chiamata avviene nel tempio, dove il giovane Isaia sta partecipando ad una solenne celebrazione in onore del Dio altissimo. Di fronte alla santità divina, si scopre un uomo dalle labbra impure. Ma ecco che un Serafino, nel purificargli le labbra, lo rende idoneo all’annuncio della Parola. (I Lettura).
La seconda chiamata presenta la storia di un pescatore presso il lago di Genesaret, destinato a diventare pescatore di uomini. Dopo una notte trascorsa invano a pescare, Gesù invita Pietro e ai suoi soci di continuare a gettare le reti, fidandosi della sua Parola. Visto il risultato inatteso, Pietro smarrito si getta alle ginocchia del Maestro, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore» (Vangelo). Anche in san Paolo notiamo che la grazia di Dio lo ha trasformato del tutto (II Lettura), da fiero persecutore della Chiesa di Dio diventa il testimone di Cristo morto e risorto.

Sergio Gaspari, smm

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