sabato 2 maggio 2015

Il Giorno del Signore : V DOMENICA DI PASQUA / B

3 maggio 2015

Il messaggio di questa domenica sottolinea la profonda unione tra Cristo e noi suoi discepoli. Il paragone della vite con i tralci è significativo. Non bastano i piani pastorali, ma non deve mai mancare la linfa della preghiera e dell’interiorità, dell’unione con Dio e con i fratelli. - Celebriamo la XIX Giornata nazionale Bambini vittime della violenza e contro la pedofilia.

RIMANIAMO UNITI A CRISTO VERA VITE

«Rimanete in me e io in voi. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto»

«Rimanete in me e io in voi. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto»
NEL tempo pasquale la storia e la vita della prima comunità cristiana manifestano meglio la presenza e l’azione di Gesù Risorto. La comunità di Gerusalemme è testimone della profonda trasformazione di Paolo che, da persecutore dei cristiani, il Risorto ha chiamato a essere annunciatore del Vangelo (I Lettura). Nel simbolismo della vite e dei tralci l’evangelista Giovanni coglie lo stretto rapporto che lega il cristiano, “il tralcio”, a Gesù, la “vera vite”. Spezzare questo legame è un inoltrarsi nella morte spirituale, come avviene per il tralcio che non rimane unito alla vite. Ravvivare questo legame significa portare molto frutto (Vangelo). La seconda lettura è una logica continuazione della prima: l’amore fraterno è ciò che conduce la comunità alla pace. Ma quali sono i criteri per discernere il vero amore? Giovanni ne indica alcuni fondamentali. Anzitutto i fatti: «Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità». È vero che siamo peccatori, ma se ci abbandoniamo tra le braccia del nostro Dio, abbiamo la certezza di essere sempre accolti e amati. Forti di questa gioiosa certezza possiamo così amare anche gli altri, con fiducia e con sincerità nella nostra vita quotidiana.

Orlando Zambello, ssp

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