Il Giorno del Signore : II DOMENICA DI PASQUA
Domenica 27 aprile 2014
Tommaso è l’uomo che dubita, che non
vuole prestar fede alle parole degli altri, ma vuole egli stesso
constatare i fatti in prima persona. Ma è anche l’uomo coerente pronto a
credere nella risurrezione di Gesù.
«BEATI QUELLI CHE NON HANNO VISTO E HANNO CREDUTO»
«LA
sera di quello stesso giorno… otto giorni dopo…». Il Vangelo di questa
Domenica si staglia su questo lasso di tempo, in cui ciò che avviene è
immutato: appare Gesù Cristo risorto, dona agli apostoli la pace ed
effonde su di loro lo Spirito Santo, ma i personaggi non sono identici:
prima Tommaso non c’era, poi, invece, è presente. Dov’era nella sera di
Pasqua? Non ci è dato di saperlo, né di essere curiosi sul motivo per
cui non ci fosse… Tuttavia, il fatto per noi cristiani diventa
emblematico: il Signore è paziente con noi, non si stanca di
manifestarsi perché noi possiamo riconoscerne la presenza, ma ci chiede
la virtù della vigilanza nella preghiera, come gli apostoli, che ogni
giorno frequentavano il tempio (I Lettura). La vigilanza ci dispone a un
modo di vedere diverso, a “vedere nell’amore” (II Lettura), cioè a
superare le barriere dello spazio e del tempo per avere con Gesù Cristo
un’unione spirituale che ci permette di sperimentarlo vicino anche se i
sensi non lo percepiscono: questa è la fede, la beatitudine di colui che
crede senza aver visto, ma crede perché sperimenta che il Signore lo
ama!
«Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».
Tiberio Cantaboni
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