sabato 28 settembre 2013

Il Giorno del Signore : XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO / C


XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO / C

Liturgia della Parola: Am 6,1.4-7; Sal 145,6-10; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-3.

L’ATTENZIONE AL POVERO È LA MISURA DELLA FEDE

«Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco…».UNA Parola impegnativa, quella di oggi: la parabola di Lazzaro e del ricco epulone (Vangelo). Dio conosce per nome il povero Lazzaro, mentre non ha nome il ricco epulone che non viene descritto come malvagio. C’è un abisso fra il ricco e Lazzaro, c’è un burrone incolmabile. La vita del ricco, non condannato perché ricco, ma perché indifferente, è sintetizzata in questa immagine. È un abisso la sua vita. Probabilmente buon praticante – come dice Amos dei i suoi contemporanei (I Lettura), stupito dalla superficialità dei potenti di Israele –, non si accorge del povero che muore alla sua porta. Come ci poniamo di fronte a questa parabola? Non possiamo tirarci da parte di fronte al dramma della povertà, davanti al problema della disoccupazione, davanti a un’economia che vive del capitale dimenticando l’uomo. L’attenzione al povero, diventa la misura della nostra fede. Il Vangelo ci invita alla condivisione, a vedere i nuovi Lazzaro alla porta. È inutile chiedere segni straordinari. I profeti e la Parola di Dio dimorano abbondanti in mezzo a noi, a noi il dovere di accoglierli.
Filippo Rappa ssp

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