XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO / C
Liturgia della Parola: Am 6,1.4-7; Sal 145,6-10; 1Tm 6,11-16;
Lc 16,19-3.
L’ATTENZIONE AL POVERO
È LA MISURA DELLA FEDE
UNA Parola impegnativa, quella di oggi: la parabola di
Lazzaro e del ricco epulone (Vangelo). Dio conosce
per nome il povero Lazzaro, mentre non ha nome il ricco
epulone che non viene descritto come malvagio. C’è un
abisso fra il ricco e Lazzaro, c’è un burrone incolmabile.
La vita del ricco, non condannato perché ricco, ma perché
indifferente, è sintetizzata in questa immagine. È un abisso
la sua vita. Probabilmente buon praticante – come dice
Amos dei i suoi contemporanei (I Lettura), stupito dalla
superficialità dei potenti di Israele –, non si accorge del povero
che muore alla sua porta. Come ci poniamo di fronte
a questa parabola? Non possiamo tirarci da parte di fronte
al dramma della povertà, davanti al problema della disoccupazione,
davanti a un’economia che vive del capitale dimenticando
l’uomo.
L’attenzione al povero, diventa la misura della nostra
fede. Il Vangelo ci invita alla condivisione, a vedere i nuovi
Lazzaro alla porta. È inutile chiedere segni straordinari. I
profeti e la Parola di Dio dimorano abbondanti in mezzo a
noi, a noi il dovere di accoglierli.
Filippo Rappa ssp
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