VI DOMENICA DI PASQUA
Liturgia della Parola: At 14,21b-27; Sal 144,8-13; Ap 21,1-5b; Gv 13,31-33a.34-35
CREDERE: PORRE IN DIO
OGNI SPERANZA
LA prima comunità cristiana affronta un grave dilemma: occorre
essere ebrei per diventare cristiani? Giacomo e la
comunità di Gerusalemme spingono in questa direzione, Paolo
e Barnaba, al contrario affermano che Gesù è venuto per
ogni uomo, e lo dimostra il fatto di vedere la Parola convertire
il cuore dei pagani. Lo scontro è duro, ma leale: a Gerusalemme gli apostoli, danno ragione a Paolo. (I Lettura). Il brano del Vangelo ci riporta alla Cena Pasquale. È un momento di grande intimità tra Gesù e i discepoli. Gesù annuncia il suo ritorno al Padre, riassume il senso della sua missione e prepara i discepoli all'impegno che li attende.
Gesù anticipa che non sarà più presente tra i suoi in modo fisico, ritornerà con una presenza nuova che è quella dello Spirito. La prova d'amore nei confronti di Gesù è ascoltare la sua Parola e metterla in pratica, custodirla e non confonderla con altre parole. Osservare la Parola è renderla efficace con la forza dello Spirito, a cui vengono attribuite due funzioni fondamentali: "insegnare e ricordare". Fare memoria di ciò che è stato detto, di ogni parola uscita dalla bocca di Dio, e talvolta dimenticata per il fatto che è passato del tempo.
Filippo Rappa ssp
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