V DOMENICA DI PASQUA
Liturgia della Parola: At 14,21b-27; Sal 144,8-13; Ap 21,1-5b; Gv 13,31-33a.34-35
LA MISURA DELL'AMORE È CRISTO SIGNORE
IL mistero pasquale celebra la gloria di Dio per mezzo di
suo Figlio. Nel vangelo di oggi è Gesù a parlare di questa
esaltazione. La gloria di Dio non ha nulla a che fare con la
grandezza mondana. In ebraico la parola "gloria" evoca
l'idea del peso: è il peso dell'amore di Dio per i suoi figli. Gesù
parla della sua gloria quando annuncia la sua morte, il
dono totale di sé all'umanità. E questa morte non è la sua ultima
parola, ma il confine che annuncia un nuovo orizzonte:
la sua risurrezione, la vittoria sulla morte, il segno definitivo
della sua esaltazione.Anche Paolo e Barnaba, esortando le prime Chiese alla fede, precisano che la tribolazione fa parte del cammino del credente (I Lettura): non dobbiamo spaventarci, perché chi segue il Risorto, percorre anche la sua via della croce. La gloria di Cristo diventa anche per noi annuncio della vittoria definitiva sulla nostra morte. Questo è il segno dell'amore di Dio per noi: Egli ci dichiara che non moriremo in eterno, che siamo al sicuro e per questo capaci di seguire lo stesso stile di vita di Cristo: donarci fino in fondo per trovare solo così la nostra grandezza.
Elide Siviero
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