12 agosto 2012
XIX DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO / B
XIX DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO / B
Liturgia della Parola: 1Re 19,4-8; Sal 33,2-9; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51
«IO SONO IL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO»
«FATEVI
imitatori di Dio», è l'invito sconcertante di Paolo (II lettura). Com'è
possibile farlo? Cosa significa? La risposta: è possibile «nell'amore
di Cristo che ci ha amato e ha dato se stesso per noi». Imitare Dio
significa amare perché l'amore è il cuore della sua identità. Gesù, nel
Vangelo, rivela questo segreto nel segno del pane vivo disceso dal
cielo, che è la sua carne donata per la vita del mondo.
Un amore che
giunge sino a dare la propria vita perché avessimo vita in lui. Un dono
che si fa pane, che ci nutre, perché ci comunica l'amore stesso che ha
nutrito la vita di Gesù.
Soltanto
nutrendoci di questo pane diveniamo capaci di imitare Dio, imparando ad
amare nel suo stesso amore. Comprendiamo allora che più che imitare si
tratta di fondare in Gesù la nostra vita e il nostro amore.
C'è un pane che
ha fatto camminare per quaranta giorni Elìa verso l'incontro con Dio
sull'Oreb (I Lettura), così come la manna aveva fatto camminare Israele
verso la Terra promessa. Il pane del cielo, che è la vita di Gesù donata
per noi, ci fa camminare verso l'incontro con Dio nella pienezza
dell'amore.
Fr Luca Fallica, Comunità SS. Trinità di Dumenza
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