XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B
Liturgia della Parola: Ger 23,1-6; Sal 22,1-6; Ef 2,13-18; Mc
6,30-34.
IL BUON PASTORE CI GUIDA ALLE SORGENTI DELLA GIOIA
GESÙ si commuove per la folla che gli corre incontro «come
pecore senza pastore» e si mette «a insegnare loro
molte cose». Che cosa insegna? Un messaggio nuovo, che tocca
la vita in profondità, che dona un tesoro nuovo a tutta
l'esistenza. Un messaggio che ricarica nello spirito, che dà vigore
alla stanchezza, che si accoglie in disparte.
Gesù si rivela profeta e pastore nel silenzio, nella calma,
nella contemplazione. Gesù dissipa le false raffigurazioni dei
pastori di popoli come venivano chiamati i re del regno di
Giuda. Il profeta Geremia (I Lettura) denuncia i pastori che
«fanno perire e disperdono il gregge del mio popolo» e promette
alla casa di Davide un germoglio giusto, chiamato Signore-
nostra-giustizia. Nel brano della lettera agli Efesini (II
Lettura) Paolo proclama che in Cristo anche i lontani diventano
vicini, perché è lui la nostra pace, colui che crea unità,
che riunisce il popolo nuovo, riconciliato, che nella pace si
rende presente nella parola e nel pane di vita (colletta). Radunati
e guidati da Gesù buon pastore, nell'ascolto delle molte
cose che lui ci insegna, camminiamo verso sorgenti di
gioia eterna.
Bartolomeo Stellino, liturgista
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