
di Weena Kowitwanij
Le alluvioni hanno causato finora 370 morti, colpita anche l’economia nazionale con stime di crescita al ribasso. Lo scalo di Don Muang invaso dall’acqua, sgomberato alcuni ospedali. Al momento sono 27 i distretti interessati dalle inondazioni. Il governatore della Banca di Thailandia assicura: aperti gli istituti di credito.

L’acqua ha ormai invaso per intero l’aeroporto di Don Muang, utilizzato per i collegamenti interni. Lo scalo è chiuso da giorni e i voli sono stati trasferiti all’aeroporto internazionale Suvarnabhumi, che opera con regolarità. Il Dipartimento della protezione civile (Froc, con sede nel distretto di Don Muang) ha traslocato allo stadio nazionale, nel centro di Bangkok. Al momento sono 27 i distretti di Bangkok inondati, diverse strade e vie di collegamento sono interrotte o inutilizzabili perché invase dall’acqua.
Diversi ospedali della capitale hanno dovuto trasferire i pazienti a rischio in strutture più sicure, risparmiate dalle inondazioni. Le stime dei danni riferiscono inoltre di 2794 fra templi, santuari e dimore storiche distrutte o danneggiate dalle infiltrazioni. Il ministero dei Beni culturali ha disposto la sistemazione di sacchi di sabbia attorno ai monumenti di maggiore interesse e fornisce mezzi di riparo e assistenza alle vittime. Il governo non esclude di estendere le giornate di festa – previste sinora dal 27 al 31 ottobre – per poter affrontare meglio l’emergenza.
Le piogge monsoniche hanno causato danni anche all’economia nazionale thai, che deve rivedere al ribasso le stime di crescite. Il governatore della Banca di Thailandia Prasan Triratworakul ha assicurato che “le banche non chiuderanno” per non “ingenerare panico” fra la gente. Egli aggiunge che la stampa di moneta contabile è “garantita”, ma la crisi comincia a farsi sentire in tema di economia: le previsioni di crescita del Pil sono infatti ribassate, passando dall’iniziale 4,1% di inizio ottobre all’attuale 2,6%.
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