venerdì 3 giugno 2011

"La droga va legalizzata", appello dei big mondiali all'Onu ."Combatterla ha favorito il crimine"




Partita raccolta firme internazionale per la petizione alle Nazioni Unite. Gli esperti: "Combatterla ha favorito il crimine"
Roma, 3 giu. (TMNews) - Cinquant'anni di guerra alla droga hanno fallito. Per questo, i grandi del mondo della politica, dell'economia e della cultura mondiale chiedono all'Onu di prenderne atto, dire basta alla criminalizzazione e trattare l'emergenza per quello che è: una questione sanitaria. Nel suo rapporto annuale, presentato ieri a New York, la Global Commission on Drug Policy ha sancito il fallimento della "guerra mondiale alla droga con devastanti conseguenze per gli individui e le comunità di tutto il mondo".

L'organismo più alto in materia ha dato quindi avvio a una petizione internazionale: milioni di firme da presentare alle Nazioni Unite perché gli Stati si convincano a cambiare gli strumenti finora impiegati per contrastare la tossicodipendenza. Disposizioni fallimentari che, si legge nel rapporto, hanno portato solo a carceri piene e migliaia di vittime. Da qui l'appello per la legalizzazione di una serie di sostanze, a partire dalla cannabis, e soprattutto la depenalizzazione del reato di detenzione illegale di stupefacenti.

Insospettabile l'elenco dei primi firmatari: da uno dei responsabili di questa politica "fallimentare", cioè l'ex segretario generale dell'Onu Kofi Annan all'ex presidente brasiliano Ferdinando Henrique Cardoso, dagli economisti Usa George Schultz (già ministro del Tesoro) e Paul Volcker (già numero uno della Fed) al premio Nobel per la letturatura peruviano Mario Varga Llosa, dallo scrittore messicano Carlos Fuentes al tycoon umanista Richard Branson, fino al premio Oscar Judi Dench.

"Trattare i tossicodipendenti come pazienti e non criminali" è l'idea di fondo della commissione. Che nel rapporto da un po' di numeri: in dieci anni, dal 1998 al 2008, il consumo di cannabis è aumentato dell'8,5 percento. E va peggio con le cosiddette "droghe pesanti": nello stesso periodo, il numero dei consumatori di cocaina è cresciuto del 27 percento. Una percentuale che nasconde circa tre milioni e mezzo di persone in più.

Oltre a chiedere una presa di coscienza internazionale, la commissione propone una soluzione: per una vera lotta alla tossicodipendenza, è necessario introdurre "forme di regolarizzazione che minino il potere delle organizzazione criminali". Come? "Incoraggiando la sperimentazione di modelli di legalizzazione che minino il potere delle organizzazione criminali e salvaguardino la salute e la sicurezza dei cittadini".

Ma anche di quelle persone negli ultimi gradi del sistema criminale: "Coltivatori, corrieri e piccoli rivenditori, spesso vittime loro stessi della violenza e dell'intimidazione - oppure essi stessi tossicodipendenti". "Cinquant'anni dopo la firma della Convenzione dell'Onu e quaranta dopo la guerra lanciata dal presidente americano Richard Nixon, è urgente riformare le politiche nazionali e internazionali" sulle droghe, recita il documento newyorkese.

"Le politiche fin qui seguite hanno soltanto riempito le nostre celle, costando milioni di dollari ai contribuenti, rafforzando il crimine e facendo migliaia di morti" ha commentato Branson, inventore del marchio Virgin. Secondo i saggi, insomma, bisogna "sostituire la criminalizzazione e la punizione della gente che usa droga con l'offerta di trattamento sanitario". Come? "Incoraggiando la sperimentazione di modelli di legalizzazione" a partire dalla cannabis. In sintesi, "rompere ogni tabù sul dibattito e sulla riforma".

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