Per vedere com'è cambiata... me lo raccontate voi?
- di Patrizio_Roversi
Un posto, se ti piace, diventa come un figlio adottivo: ti viene voglia di tornare a trovarlo, per vedere come cambia, come cresce. All’Avana, a Cuba, io sono stato due volte: la prima nel 1994 e la seconda nel 2002.
Nel ’94 era il periodo di massima crisi economica, ma anche di massima reazione sociale e culturale collettiva: Cuba era nel periodo più nero del bloqueo, l’embargo americano. Non c’era niente, non c’era nemmeno l’anestetico per i dentisti. C’era una economia rigidamente separata per turisti e abitanti. Eppure – tra molta sofferenza e tanti disagi – c’era tanta voglia di reagire, e una spinta ideologica ancora ben salda. E l’estetica dell’Isola – lo so che sembra brutto, superfluo e fin troppo comodo parlare di estetica – era ancora sfolgorante: le vecchie auto anni ’50, la campagna, le facciate multicolori del Malecon, le palestre piene di ragazzi, la Santeria, i comitati di quartiere, Fidel.
Nel 2002 l’economia era più “sviluppata”, in parte privatizzata, le vecchie auto erano più rare e ben restaurate e però il disagio e la stanchezza e l’insofferenza più palpabili: le case particular, cioè le pensioncine private, i dollari, il turismo, il tramonto di Fidel e l’influenza di Raoul, la burocrazia che non mollava. Solo lo spirito della gente (oltre alla bellezza strepitosa della natura) era rimasto lo stesso, pur tra mille contraddizioni: la prima volta nostra figlia Zoe era nella pancia di sua madre, la seconda volta aveva appunto 8 anni, ed è stato questo il suo viaggio più bello. L’hanno talmente impressionata le sue amichette cubane, trovate per la strada, che da allora ha deciso che avrebbe fatto lingue per imparare lo spagnolo e tornare a Cuba.
Anche io vorrei tanto tornarci, a Cuba, e all’Avana in particolare.
Vorrei tanto vedere come è cambiata, cosa è successo. Io confesso di avere un’attenzione particolare per Cuba, e non solo per motivi ideologici. Nessuno può sfuggire alle contraddizioni in cui si dibatte, ma chiunque abbia visto almeno un po’ di America Latina e di Carabi non può non riconoscere a Cuba la sua unicità, il suo sforzo d’orgoglio e anche i suoi traguardi sociali. E adesso? Cosa sta per succedere? Negli ultimi 15 anni sono cambiate molte cose, nell’America del sud è tramontata la maggior parte dei regimi subalterni agli Usa, dove peraltro adesso non c’è più Bush ma c’è Obama (anche se la comunità cubana di Miami è rimasta quella).
Cosa sta succedendo all’Avana, 52 anni dopo la Rivoluzione?
Se ci andate, se ci siete stati di recente, ce lo raccontate???
Patrizio
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