martedì 12 aprile 2011

Myanmar : Scuola ed educazione: la Chiesa birmana guarda ai giovani per il futuro del Paese


di Yaung Ni Oo

Nel periodo estivo i cattolici organizzano corsi scolastici, classi di catechismo, attività di svago e momenti di preghiera comune. Una migliore istruzione è essenziale per favorire la crescita del Myanmar. Non vi è ancora piena libertà religiosa e in alcune zone persistono focolai di guerra. AsiaNews ha visitato quattro centri, per raccontare la vita e le attività dei fedeli. Yangon (AsiaNews) – Potenziare la formazione scolastica e migliorare l’educazione di giovani e bambini: sono i due obiettivi al centro dell’attività della Chiesa cattolica in Myanmar che, approfittando del periodo estivo nella ex Birmania, promuove corsi scolastici e religiosi. Fra questi il catechismo per bambini, l’aggiornamento per gli insegnanti e corsi dedicati ai giovani che frequentano centri e parrocchie. In questo periodo quaresimale che precede la Pasqua, AsiaNews ha visitato le diocesi di Mandalay, Yangon, Pekhon e Pathein e ha voluto raccontare la vita della Chiesa locale, tra campi estivi per bambini e seminari per adulti. A Pathein (capoluogo della divisione dell’Irrawaddy) e a Pekhon (suffraganea dell’arcidiocesi di Taunggyi) i cattolici hanno promosso campi estivi per i bambini da 10 a 15 anni. Nella sola Pekhon hanno aderito più di mille giovani, una parrocchia ospita tutti i bambini per una settimana intera. Le attività proposte variano dal catechismo, alla recita di drammi teatrali prendendo spunto da passi della Bibbia, ai canti religiosi e ai giochi o attività fisiche. L’idea alla base della proposta è quella di invitare i bambini a esibirsi davanti a un pubblico, parlare alle persone ed essere se stessi. Queste proposte continuano per tutta l’estate, insieme a momenti di incontro fra giovani, catechisti, riunioni e ritiri spirituali. A Pathein, invece, i cattolici locali propongono corsi formativi per bambini piccoli e giovani. Un seminario è durato una settimana intera e ha riunito ragazzi provenienti da diverse zone della città. Questi incontri sono poi proseguiti nei quartieri di origine, aperti a tutti i giovani cattolici. Durante le riunioni i giovani assistono al catechismo, a corsi sull’educazione sanitaria, la leadership e il management. L’obiettivo è riunire e creare legami soprattutto fra i ragazzi che vengono dai villaggi: i partecipanti condividono informazioni e storie sulle zone di provenienza, sulle attività culturali e religiose che vengono svolte nelle parrocchie. Yangon e Mandalay sono due grandi città dedite al commercio, in cui i sacerdoti incontrano enormi difficoltà a organizzare attività per i bambini. Essi sono impegnati nei corsi estivi in preparazione al prossimo anno scolastico, mentre i genitori danno la precedenza agli obblighi e alle incombenze di giornata. Per questo a Yangon le classi di catechismo sono organizzate a turno, per consentire la partecipazione a chi è libero in quel momento. Quanti invece riescono a fermarsi per l’intera giornata possono usufruire del cibo, delle classi di musica, delle lezioni di inglese e delle attività di preghiera organizzate dalla parrocchia del duomo. A Mandalay il parroco ha annunciato classi di catechismo per comunione e cresima. Tuttavia, non avendo visto una massiccia adesione ha iniziato un’opera di annuncio casa per casa che, alla fine, ha portato il numero di partecipanti da 10 a oltre 70. Per andare incontro alle esigenze delle famiglie, il sacerdote andava a prendere i bambini la mattina a bordo di un furgone; dopo aver tenuto il catechismo, un pranzo, le attività di svago e uno spuntino pomeridiano, la sera riportava i bambini ciascuno nella propria casa. In Myanmar non vi è ancora un pieno rispetto della libertà religiosa e nel Paese si registrano tuttora focolai di guerra, come nello Stato Shan dove un gruppo ribelle appartenente alla minoranza etnica si scontra con l’esercito regolare. Nella diocesi di Taunggyi i vescovi non hanno potuto festeggiare la Madonna in un santuario vicino Maing Pan nel timore di contrasti con le fazioni armate. Questo non impedisce a prelati, frati, sacerdoti, suore e laici di promuovere programmi di sostegno ai giovani, perché “l’educazione è fondamentale per i giovani e per il futuro del Paese”. Tra le molte attività della Chiesa birmana, vi è stato anche l’incontro comune di preghiera – aperto a tutte le religioni – tenuto a Mandalay in ricordo delle vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone. All’iniziativa hanno partecipato 200 fra sacerdoti, suore, reverendi, monaci buddisti e laici, riuniti il 2 aprile scorso alla cattedrale del Sacro Cuore. Durante l’incontro sono stati raccolti circa 2.600 dollari da devolvere ai superstiti.

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