lunedì 14 marzo 2011

Vacanze d'Egitto, addio a metà


Vacanze d'Egitto, addio a metà
di Lara Gusatto

Dove vanno gli italiani che avevano scelto il Nordafrica prima delle rivolte. Tra gennaio e febbraio turisti dirottati a Zanzibar e nei Caraibi. Ora il (cauto) ritorno alla normalità. Solo Sharm non conosce crisi

I giorni più violenti della rivolta sembrano finiti, la Farnesina ha tolto gli indugi, i charter sono tornati a volare, ma la maggior parte dei turisti italiani tentenna e nell'incertezza si astiene "Dopo una crisi siamo gli ultimi a ripartire" spiega Francesco Granese direttore di Assotravel. Ma non è possibile fare un discorso univoco per due paesi diversi come Tunisia ed Egitto e addirittura nella stessa terra dei faraoni la situazione cambia a seconda della zona: bene Sharm, ancora ferma Il Cairo.

Tunisia. Sono circa 400mila gli italiani che annualmente scelgono la Tunisia come meta per le vacanze. A causa dell'incertezza politica anche questa destinazione ha subito numerose perdite in termini di mancati introiti e il paese si sta riorganizzando per accogliere al meglio i turisti. Mustapha Nasri, direttore dell'Ente nazionale per il turismo tunisino in Italia, snocciola qualche cifra: "In poco più di un mese abbiamo perso il 40% dei turisti italiani che ogni anno visitano il nostro paese". Ma la situazione ha suscitato minor enfasi nei tour operator perché i mesi di gennaio-febbraio-marzo non sono considerati di alta stagione "la regione attrae turisti soprattutto a partire da aprile-maggio - spiega Granese di Assotravel - quindi i danni sono stati limitati" trend confermato da Sergio Testi, direttore tour operating gruppo Alpitour "fino a maggio la Tunisia ha un peso marginale, quindi ha tempo di recuperare".

Egitto. Tutt'altra situazione quella in Egitto, scelto nel 2010 da oltre un milione di italiani e da 14 milioni di turisti nel mondo. Qui i mesi caldi per il turismo sono stati proprio quelli bollenti dal punto di vista delle rivolte, creando ingenti perdite al settore che pesa per l'11% del Pil del paese. Una stima? Secondo l'Ente del turismo egizio, la cifra si aggira sui 18 milioni di euro giornalieri per tutto il mese di febbraio. Mentre è ancora troppo presto per quantificare i danni riportati dai tour operator italiani "oltre al costo del rimpatrio dei nostri connazionali e alla mancata occupazione - spiega Roberto Corbella presidente di Astoi - ci saranno da valutare i costi per la ripresa, quantificabili solo alla fine della stagione".

Destinazioni alternative. Impossibilitati a recarsi in Egitto o in Tunisia, dove si sono diretti gli italiani? Chi aveva già prenotato è stato "dirottato" sua mete simili per tipologia di vacanza, clima, costo e tempi di percorrenza. Gli operatori si sono complessivamente fatti trovare pronti e preparati di fronte a questa crisi - racconta Danilo Mimmi, coordinatore consulenza giuridica di Vacanze d'Egitto, addio a metà
CTS ancora prima della riapertura delle prenotazioni avevano già moltissime richieste e secondo i dati di Alpitour nella sola settimana di Carnevale sono partiti sei voli per Sharm, certo un numero notevolmente inferiore ai 15-20 previsti di solito in questo periodo, ma sicuramente un'ottima prospettiva per il futuro.

La macchia si allarga. Costa Crociere ha annunciato la sostituzione dei suoi scali in Tunisia, Egitto e Israele per tutto il 2011. Tunisi sarà sostituita da Malta, Palma de Maiorca e Cagliari, mentre i porti egiziani e israeliani saranno rimpiazzati da Limassol (Cipro), Rodi e Antalya (Turchia sudoccidentale). Nei primi due casi la questione gira intorno alla sicurezza e alla necessità di garantire ai propri clienti l'itinerario, nel caso di Israele la questione cambia. "La situazione di crisi che sta interessando il Nord Africa - fanno sapere da Costa Crociere - ha avuto riflessi negativi sulle prenotazioni che includono Israele nel loro itinerario, dimostrando una forte preoccupazione ed incertezza da parte di numerosi clienti". Ragion per cui anche Haifa è stata cancellata. Stessa sorte ha coinvolto altre zone "abbiamo avuto un calo di prenotazioni sulla Giordania - dicono dalla TUI - perché associata all'instabilità nell'area del Nord Africa, è un condizionamento psicologico".

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