lunedì 3 gennaio 2011

Portofino, accanto agli yacht l'invasione dei barracuda


Cosa ci fanno nel Golfo del Tigullio questi pesci tropicali? Sono arrivati attraverso il Canale di Suez e, a causa del riscaldamento della temperatura dell’acqua.

Mare cristallino e branchi di barracuda che si muovono veloci e silenziosi ed eleganti. Una scena che tutti hanno visto almeno una volta in un documentario sui mari del Sud.
Il fatto è che questo filmato non è stato girato ai Caraibi ma nelle acque in teoria ben più fredde di Portofino dal sub Vittorio Innocente, noto per i numerosi record in bicicletta sui fondali marini finiti nel Guinness dei primati.

Cosa ci fanno nel Golfo del Tigullio questi pesci tropicali?
Sono arrivati attraverso il Canale di Suez e, a causa del riscaldamento della temperatura dell’acqua che ha reso il Mediterraneo un luogo adatto alla loro sopravvivenza, si sono stabiliti lungo le coste, formando colonie sempre più numerose che non limitano la loro presenza al periodo estivo, come è accaduto inizialmente, ma si fermano anche nel periodo invernale.

È facile vederli soprattutto in prossimità della secca Carega, a mezzo chilometro dalla celebre baia di San Fruttuoso, da sempre meta di appassionati di immersioni e che ora è ancora più gettonata per la presenza di molti esemplari.
Ma niente paura: nonostante la dentatura di tutto rispetto, non attaccano l’uomo. Inoltre, a causa delle temperature moderate, le dimensioni del barracuda nostrano variano tra i 50 centimetri e il metro.

Il global warming sta dunque trasformando il Mare Nostrum in una succursale di Sharm el Sheik?
A giudicare dalla fauna si direbbe di sì. Accanto ai barracuda infatti sono sempre più numerose le specie tropicali che nuotano nelle acque del Mediterraneo. Nel Mar Ligure, testimonia Vittorio Innocente, sono diffusi i pesci balestra e due anni fa è stata avvistata addirittura una megattera al largo di Santa Margherita.

Aldilà della che suscita nei turisti, resta da vedere come influirà sugli equilibri degli ecosistemi la presenza di tante specie alloctone, che come nel caso dei barracuda stanno diventando tanto numerose da finire sulle bancarelle del pescato locale.

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