Birmania: stupri e omicidi da parte dell'esercito sulle donne Karen
Fonte: http://www.deltanews.it
(Roma) Già nel 2004 se ne parlava sul sito WarNews (ma le prime denunce risalgono agli inizi del 2002), a proposito del documentario diffuso dal Karen Women's Organization (Kwo), gruppo umanitario con sede in Thailandia, che denunciava le sistematiche violenze nei confronti delle donne appartenenti all'etnia Karen, minoranza etnica che vive nella zona orientale di Myanmar nel sud della Birmania, perpetrate dall'esercito birmano. Oggi è lo stesso gruppo di donne a richiamare l'attenzione con la pubblicazione del rapporto 'Walking Amongst Sharp Knives', nel quale vengono denunciati stupri e omicidi (talvolta crocifiggendo o bruciando vive le donne Karen) che l''esercito regolare birmano continua a commettere impunemente .
"Nella aree Karen - denuncia la Kwo, organizzazione attiva soprattutto nei campi profughi situati in territorio thailandese lungo il confine con Myanmar - le donne sono sempre più spesso chiamate ad assumere ruoli di responsabilità all'interno dei villaggi dal momento che gli uomini vengono spesso uccisi dall'esercito birmano. Così le donne sono divenute le prime vittime degli abusi perpetrati dalle truppe birmane e dai loro alleati". Accuse che si basano sulle testimonianze di 95 donne Karen, tra le quali molte capi villaggio di età compresa tra i 25 e gli 82 anni. Spesso per queste donne essere "il capo del villaggio è come scavarsi la fossa", denuncia nel rapporto Daw Way Way, 51enne che ha governato sulla propria comunità per cinque anni. In pratica i militari, dopo aver interrogato e torturato queste donne, per capire se i loro villaggi sostengono o meno il Karen National Union (organizzazione politica che attraverso il suo braccio armato, il gruppo paramilitare di liberazione nazionale (Knla), combatte contro le forze di sicurezza birmane dal 1949, rivendicando una propria autonomia territoriale), infierisce brutalmente arrivando anche a ucciderle, "omicidi, talvolta attraverso crocifissioni, esecuzioni arbitrarie, stupri singoli e di gruppo, nonché varie forme di tortura".
Intervistata negli scorsi anni dall' Associated Press, la portavoce del Karen Women's Organization, Naw Zipporah Sein, aveva dichiarato: "Come possiamo credere che il governo birmano si stia prodigando per l'affermazione della pace e della democrazia nel paese, quando le truppe dell'esercito continuano a compiere stupri impunemente?". Crimini che non hanno fermato le donne, che, nonostante le continue minacce, continuano a rivelare al mondo le loro storie. Storie di donne coraggiose e forti - un coraggio fuori dal comune - donne pronte ad assumere la leadership all'interno del villaggio nel quale vivono con l'unico scopo di proteggere i diritti delle proprie comunità", pur sapendo a cosa vanno incontro. Questo nuovo rapporto segue quello pubblicato nel 2007, 'State of Terror', e la Kwo, oltre a sperare di "poter vedere riconosciuto il sacrificio di queste donne che lottano in prima linea non solo contro gli abusi commessi dall'esercito birmano, ma anche nella battaglia per garantire parità dei sessi in Birmania", si appella al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché stabilisca una "commissione d'inchiesta sui crimini di guerra e contro l'umanità commessi dalla dittatura militare birmana", e al governo thailandese affinché continui a garantire "protezione" alle migliaia di rifugiati che varcano il confine per fuggire dai "continui attacchi militari dell'esercito birmano" e affinché "sospenda i progetti di investimento per la costruzione di dighe e centrali idroelettriche che alimentano la militarizzazione del territorio e il flusso di migranti in cerca di riparo oltre confine".
Molte vittime degli stupri degli scorsi anni continuano a vivere, ancora oggi, in campi profughi allestiti nei pressi del confine con la Thailandia.
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