sabato 31 ottobre 2015

Il Giorno del Signore : Ognissanti 2015

1 novembre 2015

Con le Beatitudini Gesù, più che una serie di norme, vuole proporre una scelta radicale e totale, come appare dalle espressioni “poveri in spirito” o “puri di cuore”: l’interesse dell’uomo va rivolto al progetto di Dio, cioè a quello che Gesù chiama “il regno dei cieli”, cioè la santità.

DISSERO AL CIECO: «CORAGGIO, TI CHIAMA!»

B. Teresa di Calcutta, B. Giacomo Alberione, S. Pio da Pietrelcina, S. Bernardetta Soubirous e S. Daniele Comboni, del pittore G. Trevisan.

B. Teresa di Calcutta, B. Giacomo Alberione, S. Pio da Pietrelcina, S. Bernardetta Soubirous e S. Daniele Comboni, del pittore G. Trevisan.

LA devozione per i santi ha le sue radici nelle antiche tradizioni cristiane. Già dal II secolo abbiamo attestati che i corpi dei martiri erano venerati. I primi cristiani celebravano la loro memoria ed effondevano preghiere per essere aiutati ad imitare la loro vita esemplare. Le virtù eroiche delle schiere dei santi erano nutrite dall’amore del Figlio di Dio e la loro fortezza era radicata nell’Eucaristia. Nel sangue dell’Agnello, anche noi possiamo essere purificati dalle brutture della nostra vita e soccorrere le ferite altrui (I Lettura). Con il loro esempio, i nostri fratelli santi mostrano dove può arrivare il cuore dell’uomo che vive in comunione con Dio (II Lettura). La chiamata alla beatitudine della santità risplende per tutti: sta a noi la scelta. Possiamo decidere di credere alla nostra dignità di figli di Dio e fratelli di Cristo, oppure dare fiducia alle proposte di basso profilo che ci vuole inculcare quel tipo di società che odia Dio e brama dominare gli uomini (Vangelo). In ogni momento della nostra vita, invochiamo con fiducia la presenza consolatrice di chi ci ha preceduto nella fede e nella carità.
Fr Gianfranco Tinello, ofm

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