Il Giorno del Signore : III DOMENICA DI PASQUA
Domenica 4 maggio 2014
Se i nostri cuori sono lenti nel credere,
facciamo tesoro del racconto dei due discepoli di Emmaus e
dell’affermazione di Pietro che proclama la sua fede nel Risorto. - Oggi
si celebra la 90a Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore e
la 18a Giornata nazionale dei bambini vittime della violenza e contro
la pedofilia.
AL MISTERIOSO VIANDANTE: «RESTA CON NOI, SIGNORE»
POSSIAMO
immaginare lo sconvolgimento dei due discepoli diretti a Emmaus mentre
discorrono con un misterioso viandante che si avvicina a loro. Sono
tristi perché Gesù è stato ucciso e sepolto. Le domande del viandante
sembrano quasi rinnovare il dolore che attanaglia l’anima. I loro occhi
sono incapaci di riconoscere Gesù, annota Luca nel suo Vangelo. Nemmeno
quando il Risorto spiega loro che doveva soffrire per entrare nella
gloria. Perché questa cecità? Il loro stato d’animo è come un macigno
che non permette di elevare lo sguardo oltre il dolore e lo sconforto.
Non è forse questo un messaggio per tutti noi? Il conflitto tra il
desiderio di credere alla risurrezione e i timori umani che sia solo
un’illusione non trovano soluzione se non al termine del viaggio. È solo
nell’Eucaristia che trovano la luce che rende loro la vista. Anche
Pietro negli Atti degli Apostoli (I Lettura) davanti all’incredulità
della gente riguardo alla discesa dello Spirito Santo, deve spiegare
come l’Antico Testamento annunciasse quanto era avvenuto in quei giorni.
Un discorso sul compimento delle promesse in Cristo anche da Pietro
nella sua prima Lettera (II Lettura).
Quando Gesù fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora lo riconobbero…
Nicola Gori
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