XXII DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO / C
Liturgia della Parola: Sir 3,19-21.30-31; Sal 67,4-7.10-11; Eb 12,18-19.22-24; Lc 14,1.7-140
QUANDO SEI INVITATO VA'
A METTERTI ALL'ULTIMO POSTO
DURANTE un banchetto a casa di un capo dei farisei, Gesù
offre due insegnamenti: per entrare nel regno dei cieli
sono necessarie l'umiltà e la gratuità (Vangelo). Quando
sei invitato a nozze non cercare con presunzione i primi posti.
La I Lettura spiega: la modestia è gradita al Signore,
mentre l'orgoglio allontana l'uomo da Dio e lo rende nemico
dei fratelli. L'umile troverà grazia davanti al Signore e sarà
introdotto nella verità: «Ai miti Dio rivela i suoi segreti». In
secondo luogo Gesù chiede: quando offri un banchetto invita
gratuitamente i poveri che non hanno da ricambiarti.
Quale sarà la ricompensa di questo comportamento umile
e caritatevole? Anzitutto la carità ottiene la benevolenza
divina: «Come l'acqua spegne un fuoco acceso, così l'elemosina
espia i peccati» (Sir 3,29). Poi Gesù assicura: «Riceverai
la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». La II Lettura
insegna che in Cristo, mediatore dell'alleanza nuova, noi siamo
incamminati verso il regno dei giusti resi perfetti. Ma intanto
su questa terra l'umile e il generoso che cosa ottengono?
L'umile è gradito a tutti e il generoso è colui che si comporta
davvero da fratello tra fratelli.
Sergio Gaspari, smm.
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