«È LECITO, O NO, PAGARE IL TRIBUTO A CESARE?»
PAOLO si rivolge ai Tessalonicesi chiamandoli "fratelli amati da Dio". Questa affermazione dice tutta l'identità del discepolo e di ogni uomo: è amato da Dio, voluto da lui per essere sua immagine e somiglianza (Cfr Gen 1,26-27).
In questa luce comprendiamo la risposta data da Gesù ai farisei (Vangelo) che tentano di coglierlo in fallo con la domanda sul tributo. Il cristiano vive nel mondo ed è tenuto ad agire in esso secondo giustizia, nel rispetto delle norme della convivenza sociale, politica, economica. Nello stesso tempo non deve dimenticare che c'è una sola signoria ed è quella di Dio.
Dobbiamo perciò vigilare per non sostituire a Dio degli idoli. Ciò che è di Cesare non deve farci dimenticare che solo Dio è il Signore della nostra vita. Se a Cesare può appartenere l'immagine della moneta, la nostra vita appartiene a Dio, perché in noi è impressa la sua immagine e la sua somiglianza. Quella di Dio è peraltro una signoria liberante (I Lettura), perché è la signoria di colui che ci ama. Essere di Dio ci libera non solo dall'idolatria, ma da ogni asservimento ai poteri di questo mondo e alle loro logiche perverse.
Fr Luca Fallica, Comunità Santissima Trinità di Dumenza.
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