sabato 27 agosto 2011

Un tunnel per unire Russia e States( di Arturo Cocchi )

Arturo Cocchi


L'idea di una galleria sotto lo stretto di Bering: 100 chilometri dall'Alaska alla Siberia. Si potrà andare da Londra a New York in treno

Un tunnel sotto lo Stretto di Bering, per unire l'Alaska e l'estrema Siberia. Si potrà viaggiare via terra dagli Stati Uniti alla Russia, e, in linea teorica, sarà possibile salire in treno a Londra e scendere a New York, seppur passando per la via più lunga, quella verso Est: la stessa idea che aveva Colombo per raggiungere le Indie, anche se il senso di marcia è opposto.

La notizia arriva dall'edizione in rete del Times, ma rimbalza dalla Russia, dove secondo il quotidiano britannico il "progetto ferroviario più imponente di tutti i tempi" sarebbe rimbalzato sulla scrivania di strettissimi consiglieri del presidente Dmitry Medvedev. Il tunnel misurerebbe circa 110 chilometri, oltre il doppio dell'Eurotunnel sotto la Manica, e costerebbe, da solo, 8-10 miliardi di euro. Il link intercontinentale andrebbe a completare lo sviluppo della rete ferroviaria dell'estremo oriente russo, già in corso d'opera: un ampliamento che porterà, a breve, a collegare la Transiberiana alla città di Yakutsk; un'altra tratta, di quasi 3.800 km, unirà la stessa Yakutsk allo stretto, entro il 2.030. Il costo totale del progetto si aggira intorno ai 45-50 miliardi di euro, ma, assicurano i suoi fautori, la riconversione per via ferroviaria del traffico merci, che ad oggi si sviluppa inevitabilmente per mare, ripagherà l'ingente esborso iniziale.

Il tunnel collegherebbe la località di Uelen, in Russia, con il Cape Prince of Wales, Alaska. Le difficoltà tecniche non sono insormontabili: la profondità dello stretto non supera i 55 metri, le correnti non sono violente. Tanto che l'idea di unire Russia e America per via sotterrana risale addirittura allo zar Nicola II, ed è stata, una prima volta, fermata dalla Prima Guerra Mondiale. Ovviamente il secolo trascorso con un nulla di fatto non depone a favore della semplicità del progetto, né della sua convenienza. Ma vanno anche considerate le due guerre e la successiva cortina alzata dal regime sovietico. E infatti l'idea venne riproposta già dai primi anni '90, subito dopo la caduta del comunismo, per affondare ben presto nella disastrata situazione economica degli esordi della Nuova Russia. Ora, però, con la grande crescita del Paese e di tutta l'area del Pacifico, con la Cina che vola e costruisce ferrovie a ritmi forsennati, la prospettiva di creare una linea ferroviaria dalla quale transiterà il 3 per cento delle merci mondiali sembra meno pretestuosa che mai. Anche il problema, planetario, del riscaldamento globale, in questo caso è un vantaggio: il gelo, e i conseguenti rischi di chiusure, malfunzionamenti, riduzioni di traffico, per il futuro tunnel e le annesse reti ferroviarie, sembrano essere destinati a ridursi nei decenni a venire.

L'idea, così come viene prospettata ora, apparve una prima volta in un convegno "Megaprogetti dell'estremo oriente russo", nel 2007. Ora, però, il supporto in patria è cresciuto. E magari la suggestione di un viaggio nelle comunità russe della costa dell'Alaska, che gli zar "svendettero" agli Stati Uniti nel 1867, potrebbe fare la differenza.

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