giovedì 25 agosto 2011

Cambogia : Processo ai Khmer rossi, altro rinvio




In Cambogia, il tribunale misto dell'Onu ordina una perizia psichiatrica per l'imputata Ieng Thirith. Si rischia di ripartire nel 2012

Nelle speranze iniziali, il processo contro i quattro maggiori leader dei Khmer rossi ancora in vita - Pol Pot è morto nel 1998 - sarebbe dovuto iniziare nella prima metà di quest’anno. Poi a settembre. E ora, se saranno confermate le indicazioni che giungono dal tribunale misto dell’Onu, non prima del gennaio 2012, dato che i giudici hanno ordinato una perizia psichiatrica per uno degli imputati, l’ex ministro degli affari sociali Ieng Thirith. Aumentando ulteriormente le già alte probabilità che nessun responsabile del regime che causò 1,7 milioni di morti risponderà mai alla giustizia.

A fine giugno, in aula sono comparsi per la prima volta i quattro imputati: l’ideologo e “fratello numero due” Nuon Chea, il capo di stato Khieu Samphan, l’ex ministro degli esteri Ieng Sary e la moglie Ieng Thirith. Ma quelle erano udienze preliminari, durate qualche giorno senza entrare nel vivo: per le prime testimonianze, l’appuntamento era stato rimandato di due mesi. Già quelle poche ore erano bastate per capire come gli imputati - accusati di svariati crimini di guerra e contro l’umanità - non avessero nessuna intenzione di collaborare con i giudici, in linea con quanto dimostrato dal momento dell’arresto.

Ieng Thirith, 79 anni, è il perfetto esempio di questo atteggiamento. Silenziosa e ostile, la sua salute mentale era stata messa in dubbio già due anni fa, quando aveva augurato ai suoi accusatori di finire “maledetti nel settimo girone infernale”. Nella prima udienza di fine giugno aveva lasciato l’aula, citando acciacchi vari. Ora i suoi avvocati sostengono che i problemi mentali le impediscono di dare istruzioni alla difesa. Che sia vero o una semplice tattica per allungare i tempi, il risultato è che la perizia si farà. Tra esame, stesura e presentazione ai giudici, ci vorranno almeno tre mesi.

Dato che i giudici si sono impegnati a giudicare tutti in blocco, qualsiasi intoppo ferma i lavori dell’intero processo. Ma se Ieng Thirith è la più giovane - il più vecchio, il marito Ieng Sary, ha 85 anni - è facile immaginare come i rinvii per motivi di salute si moltiplicheranno: nella prima udienza, Nuon Chea era comparso in aula con un berretto da sci in testa, lamentandosi dell’aria condizionata. Per arrivare al verdetto serviranno almeno due-tre anni, con il serio rischio che ce ne vogliano di più. E che la legge di natura faccia prima di quella degli uomini.

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