mercoledì 4 maggio 2011

Speriamo (non) sia femmina India, la piaga degli aborti selettivi. di Eva Perasso


da Mumbai

Aarita abita a Delhi, ha 35 anni e ha già partorito due figlie femmine. Per assicurarsi l'erede maschio, lo scorso autunno ha comprato un biglietto di andata e ritorno per la Thailandia e detto a tutti di aver prenotato una settimana di vacanza.
Ma Aarita non ha soggiornato in un resort a cinque stelle con i piedi nell'acqua. Si è invece recata in una delle molte cliniche di Bangkok dove le donne indiane abbienti possono permettersi di scegliere il sesso del loro bambino.
E la scelta, guarda caso, cade sempre sullo stesso genere: maschile. Aarita infatti è tornata a casa portando in grembo il suo erede, che nascerà la prossima estate.
LA COSTRIZIONE DEI MARITI. Non tutte le donne che vanno a Bangkok sono così fortunate da prendere la loro decisione indipendentemente: spesso a spingerle al viaggio-incubo sono i mariti, che organizzano il tutto all'insaputa della consorte.
La clinica Gender Selection della capitale thai dichiara che nell'80% dei casi a scrivere e prenotare sono direttamente i mariti. La richiesta è una: ci assicurate il figlio maschio in totale privacy?
8 MILA EURO PER UN EMBRIONE MASCHIO. Per tutte le coppie la trafila è la stessa, con un esborso di circa 8 mila euro totali e 7 giorni di permanenza, viene effettuata “pgd” (preimplantation genetic diagnosis), diagnosi genetica preimpianto, passaggio della fecondazione in vitro che permette di impiantare nell'utero femminile solo l'embrione del sesso desiderato.
Alcune cliniche mandano anche via mail i listini con i prezzi, come la Miracle baby clinic. I risultati sono accurati quasi al 100% e la clinica fa pagare il conto solo a risultato ottenuto. Le coppie arrivate in Thailandia dall'India, a differenza di altre nazionalità le cui richieste sono per entrambe i sessi, domandano tutte di selezionare embrioni maschili.
LA DELUSIONE È FEMMINA. Auguri e figli maschi in India è forse l'auspicio più gradito per le coppie che si sposano. La famiglia e la società premono per vedere la coppia sfornare il bambino che porterà avanti il nome di casa, si prenderà cura della madre una volta diventata anziana, aiuterà a mettere insieme la dote della eventuale e sventurata sorella, rea di esser nata femmina, nel Paese sbagliato.
Non accade più in tutta l'India, per fortuna. Ma tuttora nelle campagne, nei villaggi di pescatori sulle lunghe spiagge oceaniche, e anche nelle città più cosmopolite come Delhi, Bangalore e Mumbai molte mamme nutrono in seno la speranza di partorire quel figlio maschio che farà contento se non loro, almeno marito, suocera e famiglia intera.

I cattivi consigli tra santoni e web

Per avere l'erede di sesso maschile l'India sotterranea si rivolge a santoni, applica vecchie dicerie tramandate da generazioni, corrompe i medici e ora butta un occhio anche a internet, dove pullulano gli indirizzi che danno consigli di dubbia veridicità scientifica per capire anzitempo se sarà maschio. IL KIT FAI-DA-TE. Alcuni siti vendono kit per corrispondenza – circa 30 dollari americani – per scoprire il sesso da sé grazie a un esame delle urine, promettono di rispondere al quesito già entro la sesta settimana di gravidanza, con bastoncini che si colorano con fiocco azzurro o rosa a seconda del risultato. La loro popolarità ha preoccupato organizzazioni non governative (come Population First) ma anche alcuni stati indiani. Lo Stato del Maharastra, per esempio, si è mobilitato per dare un giro di vite a questi siti, anche se il vero scoglio è cambiare la legge che combatte la pratica degli aborti di feti femmina. LA LEGGE CHE VIETA LE ECOGRAFIE. Il Prenatal diagnostic techniques (Regulation and rrevention of misuse) Act è del 1994: vieta le ecografie prima della ventesima settimana di gestazione per determinare il sesso e abortire in caso dell'arrivo di una femmina. Ma il suo uso viene comunque perpetrato da diversi medici e per questo motivo in alcune aree (come avviene per esempio nella città di Kolhapur) vige addirittura un sistema di controllo di ogni ecografia eseguita negli ospedali. Il dottore che l'ha eseguita può essere interrogato e giudicato dalle autorità locali. Tra le proposte per la nuova legge, c'è anche quella di obbligare gli ospedali a segnalare ogni morte sospetta di bambine e di registrare ogni aborto di feti femmina. Mentre la polizia fa la sua parte e oltre a perseguire i medici che usano i macchinari per monitorare i feti, ha organizzato in passato raid per controllare le macchine incriminate. È accaduto in diversi studi e cliniche da poche settimane a Pune. CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE. In India, dice l'ultimo colossale censimento di quest'anno che ha contato 1,21 miliardi di persone totali, ovvero il 17% della popolazione mondiale, il rapporto tra maschi e femmine sotto ai 6 anni di età è sempre più a discapito delle seconde: se ne contano 914 ogni mille bambini, mentre al censimento precedente erano 927 e la media mondiale è di 950. In alcuni Stati come il Maharastra, capitale Mumbai, la proporzione è drasticamente più bassa: 883 bambine per 1.000 maschi. Non va meglio per le percentuali di bimbe abbandonate, il 90% del totale, composto da 11 milioni di bambini in tutta l'India. E di questi, nemmeno tremila hanno trovato un nuovo tetto grazie all'adozione

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