C'erano una volta le tigri. E forse non ci saranno più. C'era una volta Sumatra. E forse neanche questa ci sarà più. Due storie (forse) destinate a morire.
Quella di Sumatra è un’area della foresta Tropicale protetta in quanto qualificata come “paesaggio ad alta priorità di conservazione”, proprio perché habitat naturale della tigre, che è ad altissimo rischio di estinzione. Ma è la stessa area ad essere ad altissimo rischio di distruzione a causa delle pressioni esercitate dalle multinazionali dell’olio da palma, che sfruttano il territorio non tutelando l’ambiente e la salvaguardia della biodiversità.
La foresta tropicale, che si trova al centro dell'isola, è composta da tre parchi nazionali: Gunung Leuser, Kerinci Seblat e Bukit Barisan Selatan. L'area totale della foresta pluviale è di 25mila kmq. Oggi fa parte dei patrimoni dell'umanità soprattutto per la sua biodiversità che spazia dalle pianure alle foreste montane. Oggi minacciata. Il tutto unito al lago Gunung Tujuh, al fantastico vulcano del monte Kerinci, ad altri vulcani più piccoli, alle coste ed ai laghi glaciali.
Un patrimonio di biodiversità unico al mondo: i tre parchi contengono il 50% della vegetazione di Sumatra, con almeno 92 specie vegetali con esemplari da guinness. Qui si trova anche il fiore più grande del mondo, la Rafflesia arnoldi, nonché il più alto, l'aro titano.
Per questo i volontari del Wwf, da un mese hanno collocato nell’area alcune “camera trap” che hanno ripreso le immagini di sei diversi esemplari, tra cui tre giovani adulti (fratelli), rilevando così nella zona l’esistenza di una vera e propria “piccola metropoli felina”. Un importantissimo risultato se si considera che la stima della popolazione residua delle tigri di Sumatra ruota attorno alle 400 unità, mentre quella globale, che assomma le altre 5 sottospecie, tigri di Amur, della Malesia, del Bengala, Indocinese e della Cina del Sud, non arriva oltre la soglia delle 3.200 unità.
Da qui il monito del Wwf: la sopravvivenza della foresta, che nell’arco di sette anni ha perso 205mila ettari a favore delle piantagioni di palma, è fondamentale anche per quella dello splendido animale.
Francesco Salvatore Cagnazzo - Nexta
Quella di Sumatra è un’area della foresta Tropicale protetta in quanto qualificata come “paesaggio ad alta priorità di conservazione”, proprio perché habitat naturale della tigre, che è ad altissimo rischio di estinzione. Ma è la stessa area ad essere ad altissimo rischio di distruzione a causa delle pressioni esercitate dalle multinazionali dell’olio da palma, che sfruttano il territorio non tutelando l’ambiente e la salvaguardia della biodiversità.
La foresta tropicale, che si trova al centro dell'isola, è composta da tre parchi nazionali: Gunung Leuser, Kerinci Seblat e Bukit Barisan Selatan. L'area totale della foresta pluviale è di 25mila kmq. Oggi fa parte dei patrimoni dell'umanità soprattutto per la sua biodiversità che spazia dalle pianure alle foreste montane. Oggi minacciata. Il tutto unito al lago Gunung Tujuh, al fantastico vulcano del monte Kerinci, ad altri vulcani più piccoli, alle coste ed ai laghi glaciali.
Un patrimonio di biodiversità unico al mondo: i tre parchi contengono il 50% della vegetazione di Sumatra, con almeno 92 specie vegetali con esemplari da guinness. Qui si trova anche il fiore più grande del mondo, la Rafflesia arnoldi, nonché il più alto, l'aro titano.
Per questo i volontari del Wwf, da un mese hanno collocato nell’area alcune “camera trap” che hanno ripreso le immagini di sei diversi esemplari, tra cui tre giovani adulti (fratelli), rilevando così nella zona l’esistenza di una vera e propria “piccola metropoli felina”. Un importantissimo risultato se si considera che la stima della popolazione residua delle tigri di Sumatra ruota attorno alle 400 unità, mentre quella globale, che assomma le altre 5 sottospecie, tigri di Amur, della Malesia, del Bengala, Indocinese e della Cina del Sud, non arriva oltre la soglia delle 3.200 unità.
Da qui il monito del Wwf: la sopravvivenza della foresta, che nell’arco di sette anni ha perso 205mila ettari a favore delle piantagioni di palma, è fondamentale anche per quella dello splendido animale.
Francesco Salvatore Cagnazzo - Nexta
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