sabato 23 aprile 2011

Lapponia. L'ora del disgelo di Roberto Caramelli

http://viaggi.repubblica.it/articolo/lapponia-l-ora-del-disgelo/223571

Finlandia. Alla scoperta di un paesaggio impareggiabile nella stagione in cui convivono neve e sole, ghiaccio e colori primaverili



C'è una regione, nel Nord Europa, dove l'ultima neve resiste fino a giugno. Una regione dove, per tutta la primavera e senza i rigori dell'inverno, si possono praticare sport come lo sci di fondo, la snowmobile, la slitta con gli husky e con le renne, il nordic walking, le ciaspole. Una regione dove Santa Claus vive e lavora anche quando non è Natale. Quella regione è la Lapponia finlandese, la terra del popolo Sami.


I primi a scoprirla turisticamente e culturalmente furono i viaggiatori del Grand Tour. Fuggendo dalle metropoli industriali cercavano in Italia sole e arte. Nei Paesi scandinavi, per gli stessi motivi, andavano alla ricerca delle saghe nordiche e di fenomeni spettacolari come l'aurora boreale. Ma anche di grandi spazi e modi di vivere preindustriali; l'inglese Matthew Consett scrisse: "Qui vivono lontano dal mondo. Abbiamo visto una natura diversa da come la conosciamo. Laghi bellissimi e foreste si susseguono come scene in un teatro". E ancora, Bayard Taylor, inglese: "Nulla in Italia, nulla ai Tropici, eguaglia la magnificenza del cielo polare".

Il turismo moderno iniziò in Lapponia negli anni Venti del Novecento, con la costruzione di strade che collegavano Rovaniemi a Kemi e a Tornio sul Golfo di Bothnia, a Kuopio nella grande regione dei laghi e fino a Helsinki e Turku nel sud. In quegli anni, nacque il nordic walking, inventato dagli sportivi che, con i bastoncini, si tenevano in allenamento nelle aree sciistiche che stavano crescendo: Pallasjarvi, Hetta, Kilpisjarvi.

Il resto della regione rimase però, ancora per qualche anno, "un luogo selvaggio dove l'uomo non ha mai messo piede", come scrisse Curzio Malaparte. Ma è proprio nella scarsa presenza umana - gli abitanti sono diciassette per chilometro quadrato - e negli spazi immensi che invitano alla malinconia (parola che qui non ha un significato negativo, ma spiega il desiderio tutto finlandese di coltivare lo spirito in solitudine) che si rivela il fascino della Lapponia: regione dove "la civilizzazione finisce e la cultura comincia", per dirla con lo scrittore tedesco Curt Strohmeyer.


Anche se l'aeroporto più grande è a Kuusamo, il punto di partenza ideale per un viaggio in questa "terra ultima" è Rovaniemi, capitale non solo della regione, ma anche dell'immaginario dei bambini: appena fuori città c'è il Santa Claus Village. Nacque nel 1950 per accogliere la visita che Eleanor Roosevelt fece nella Finlandia appena uscita dalle devastazioni belliche. Nel villaggio ci sono negozi di giocattoli, case di ghiaccio, un ufficio postale per le lettere dei bambini. E un museo, dove Babbo Natale riceve ogni giorno grandi e piccoli.

Ma Rovaniemi non è solo Santa Claus: il nome nella lingua Sami significa "collina boscosa": di grandi boschi di betulle è circondata, e furono quei boschi a fornire rifugio agli abitanti quando i tedeschi nel 1944 la distrussero completamente. Venne ricostruita su disegno di Alvar Aalto, l'architetto più rappresentativo della scuola organica finlandese. Aalto ha progettato qui la biblioteca e il teatro comunale. È invece degli architetti Birch-Bonderup & Thorup l'Arktikum, il museo più ricco di testimonianze della storia finlandese: costruito dove il Circolo polare artico taglia in due Rovaniemi, si proietta con uno spettacolare tunnel di cristallo verso il fiume Ounasjoki.

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