martedì 19 aprile 2011

CUBA : Playa Girón: una vittoria anche sulle menzogne statunitensi



Per quanto corra la bugia, alla fine la verità la raggiunge, dice a Cuba un vecchio proverbio, il cui significato può essere collegato oggi a un'aggressione mercenaria avvenuta mezzo secolo fa. Come preambolo dell'attacco a Playa Girón, otto aeroplani B-26, con le insegne della Forza Aerea Rivoluzionaria e l'insegna nazionale, hanno bombardato Cuba, e invece di difendere un popolo vittorioso vi si sono scagliati contro. Il carico mortale di questi aerei ha colpito tre aeroporti: uno nel municipio di San Antonio de los Baños, un altro a La Habana e l'ultimo nell'orientale città di Santiago de Cuba. Il proposito degli aggressori era quello di distruggere gli aerei a terra e privare Cuba di questi mezzi per la sua difesa di fronte all'invasione che attraverso Girón, nota nei circoli politici di Washington come Baia dei Porci, sarebbe avvenuta poco dopo. Quell'alba del 15 aprile 1961, artiglieri, piloti e meccanici cubani hanno occupato rapidamente i loro posti e molti giovani hanno messo in funzione la contraerea in una questione di secondi.


La sconfitta mercenaria a Cuba: Playa Girón
Il 50° anniversario della vittoria di Playa Girón ha una notevole rilevanza per il popolo cubano ed è ricordato per la sconfitta nel 1961 dell'invasione di truppe mercenarie, addestrate dall'Agenzia Centrale di Intelligence (CIA). Questo piano di incursione armata era stato approvato dal Presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower, che il 17 marzo 1960 ordinò di iniziare il reclutamento dei mercenari di origine cubana, che sarebbero sbarcati nell'occidentale provincia di Matanzas. Alcuni giorni dopo le elezioni negli Stati Uniti, il 18 novembre 1960, la CIA espose al Presidente eletto John F. Kennedy i particolari del piano e questi approvò l'idea. Il 15 aprile 1961, mentre la flotta navale mercenaria navigava verso Cuba scortata da navi nordamericane della Marina di Guerra, otto bombardieri B-26 dipinti con le insegne della Forza Aerea Cubana, bombardarono due basi dell'aviazione e un aeroporto civile. Lo sbarco a Cuba della cosiddetta Brigata 2506 iniziò il 17 aprile, con le stesse caratteristiche delle unità di assalto anfibio delle forze armate degli Stati Uniti. Aveva circa 1.500 uomini armati, carri armati e artiglieria di campagna. Dirette personalmente dal leader della Rivoluzione, Fidel Castro, le truppe cubane non diedero tregua al nemico e alle 17:30 ora locale del 19 aprile, l'invasione era sconfitta.

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