sabato 26 marzo 2011

Il giorno del Signore . 3° Domenica di Quaresima


Liturgia della Parola: Eso 17,3-7; Sal 94/95,1-2.6-9; Ro 5,1-2.5-8; Giov 4,5-42
GESÙ DICE ALLA SAMARITANA: «DAMMI DA BERE»

Gesù, affaticato dal viaggio, sedevaL'ACQUA è un bene indispensabile, amato e desiderato! Se viene a mancare, si rischia la vita. Nella Scrittura essa diventa il simbolo di un'ulteriore, altissima realtà: Dio. Stando alla liturgia odierna, l'"acqua viva" offerta da Cristo alla Samaritana non è attinta al pur celebre pozzo di Giacobbe, ma sgorga dal costato del Salvatore ed è segno del Battesimo e della Parola che libera e salva. L'acqua scaturita dalla roccia tramite Mosè per dissetare il popolo ebraico nella tappa desertica di Refidìm (I Lettura), parla di Dio e della ricerca che l'uomo ne fa.

La lettera ai Romani (II Lettura) afferma che la speranza cristiana ha il suo fondamento nell'amore ininterrotto di Dio per noi. Quella odierna è una delle pagine più belle del Vangelo: Gesù incontra una donna samaritana alla quale, attraverso il simbolismo dell'acqua, rivela il mistero della sua persona e della sua missione. Anche noi avvertiamo la presenza di Gesù Cristo nella nostra vita quotidiana, ma non sempre riconosciamo la straordinarietà del dono che ci viene fatto. Abbiamo bisogno di un colloquio lungo e confidenziale con lui.

Domenico Brandolino, ssp

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