lunedì 7 febbraio 2011

Mauritius: l'isola qualche volta c'è

Mauritius: l'isola qualche volta c'è

di Leonardo Felician

Mare e monti, ambienti lussureggianti, da cartolina che si alternano a campi coltivati a zucchero e tè, in un sapiente melange di realtà e sogno. Scopriamolo


Destinazione turistica da viaggio di nozze per eccellenza, con clima subtropicale e stagione calda da novembre ad aprile, Mauritius è una destinazione facile da raggiungere e ben collegata con l'Italia. Da isola-piantagione di canna da zucchero e porto franco sulle rotte dell'oceano Indiano, Mauritius ha saputo trasformarsi dapprima in centro di produzione di artigianato e di tessuti di qualità e poi in breve tempo in meta turistica di alto livello e polo finanziario offshore. Dinamismo che deriva dalla laboriosità della popolazione di poco più di un milione di abitanti di razze diversissime, che convivono da tempo pacificamente integrate in un colorato e composito mescolio di etnie, religioni, tradizioni e lingue che si riflette anche nella gastronomia: sapori forti e speziati della cucina creola, prelibatezze della cucina francese, zuppe della tradizione cinese, pesci e crostacei dell'Oceano Indiano.

L'isola verdeggiante al largo del Madagascar è tuttora produttrice di zucchero, tè, frutta esotica, piante da serra e fior di loto, tra cui il caratteristico ylang-ylang, ricercato per la produzione di oli essenziali: il giardino botanico di Pamplemousses è il luogo dove avvicinarsi a questo assortimento vegetale, mentre la riserva naturalistica del Vanille Crocodile Park, nel sud dell'isola vicino all'aeroporto, è una giungla addomesticata dove si può ammirare la varietà della fauna dell'isola, con scimmie di diverse specie, tartarughe giganti, iguane e tanti coccodrilli. Una grande varietà di uccelli, si può trovare invece al Casela Bird Park, oltre a tante tartarughe.

Alta e montuosa, l'isola si gira bene in macchina, autobus o taxi, con guida all'inglese sulla sinistra e presenta caratteristiche diverse da una costa all'altra. Le spiagge sono la ragione stessa del viaggio: nei punti più celebrati si trovano ottimi alberghi, ma gran parte delle spiagge sono accessibili e la conformazione dell'isola si presta bene a escursioni da soli o accompagnati. Al calar della sera sulle spiagge musica e tradizione s'incontrano nell'antica danza folkloristica del
séga, le cui origini risalgono all'Africa nel periodo della schiavitù: ballerine e ballerini sensuali vestiti con gonne lunghe e corpetti attillati o rispettivamente con ampie camicie bianche e pantaloni al ginocchio, evocano magiche atmosfere sulle melodie di canti in lingua creola.

Il punto più fotografato e scenografico di Mauritius è l'Ile-aux-Cerfs, che vale assolutamente la visita. Chi effettua il periplo dell'isola sull'estrema punta nord trova Cap Malheureux con la sua caratteristica chiesetta dal tetto rosso con il campanile aguzzo: su questa spiaggia gli inglesi sbarcarono nel 1810 per strappare l'isola ai francesi. Nelle vicinanze si trova Historic Marine, la famosa fabbrica di modellini navali per cui l'isola ha una tradizione di lunga data, meta di collezionisti da tutto il mondo, e "L'avventura dello zucchero", un'originale esposizione che illustra le tecniche di lavorazione e la storia di quella che per decenni è stata la fonte di sostentamento dell'isola.

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