venerdì 7 gennaio 2011

Thailandia : L'isola che non c'e'. (di AtaruMoroboshi79) ORIGINI

Origini.



In cuffia un compilation di cani pazzi dell'hinterland milanese.
Fuori il silenzio delle campagne Isaaniane.

E' un anno che porto avanti il mio piccolo e quasi inutile blog, utile solo a me forse, utile a non farmi dimenticare le mie avventure, le mie scoperte. Ma e' anche molto terapeutico, racconto, butto fuori e me ne compiaccio! Chissa' che magari un giorno non sara' mia figlia a rileggerselo.. chi lo sa'.
E quindi, dopo un anno e' giusto presentarsi, iniziare a raccontare come ci sono arrivato in Thailandia. Piano piano, sia chiaro. E poi un po' di sana verita' non fa male a nessuno.

Nasco a Firenze il 16 maggio del lontano 1979. Nasco in un quartiere popolare, da una mamma Livornese che mi ha dato tutto, da un padre del sud che mi ha regalato amore fin che ha potuto. Vivevano a Livorno i miei e per lavoro erano a Firenze. A tre anni ci siamo trasferiti a Milano, anzi a Nerviano dove ho fatto la prima elementare. All'asilo io non ci sono mai andato, o meglio non sono riusciti a farmici stare. Mia madre trovo' lavoro come commessa in un negozio di lampadari, e io passavo i miei pomeriggi a casa della "nonna" Piera, una signora anziana che mi teneva quando i miei lavoravano. A Nerviano perche' mio padre che aveva studiato da ingegnere aveva trovato lavoro alla Snam Progetti, un sogno per lui. Vivevamo al settimo piano di un palazzone davanti ad un campetto di calcio. Un settimo piano che ci regalava una splendida vista sul nulla della provincia milanese. Nebbia, campi e tristezza. Mio padre con i primi soldi delle trasferte di lavoro, perche' per tirare avanti si faceva le trasferte in Iraq e stava lontano 3-4 mesi da casa, compro' una Renault 5 a mia mamma. Quell'anno grandino' limoni, ecco per intenderci, il periodo era quello. Quando il vento era forte il vetro della cucina si sfondava, la sera era meglio non uscire, ma non c'era proprio motivo di uscire. Solo adesso capisco perche' i miei amavano tanto il caffe' e latte la sera. A Natale mi comprarono una bmx gialla ed era una sfida non farsela rubare mentre girellavo sotto casa mia, ma mio padre era alto e forte. Ed era bellissimo.

Era un tennista, e mi portava a palleggiare gia' a sei anni, perse le speranze quando mi vide palleggiare con la pallina da tennis, io ero gia' calcio dipendente. Mi compro' un tango e andammo al campetto sotto casa mia, tutte le domeniche che era a casa. Guardavamo il drive-inn solo per le "tettone".

Avevo tutti i nonni, tutti a Livorno. Mio nonno Salvatore, di Gela, mi costrui' la cameretta in legno, la fece tutta lui a mano. Mia nonna e mia madre mi facevano i maglioncini e anche i vestiti per carnevale, a mano, con amore. Passavmo le nostre vacanze in toscana, a tirrenia nei bagni dell'aviazione, mio nonno, quello siciliano era un pilota militare e i suoi racconti tutt'ora mi scorrono nella mente e mi emozionano come allora. L'altro nonno invece era un rappresentante, lavorava per gli alberghi, un nonno eccezionale, anzi due nonni eccezionali.

Da qui partono i miei ricordi, da qui inizia la mia storia,
con affetto
a.

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