martedì 4 gennaio 2011

Thailandia : L'isola che non c'e'. (di AtaruMoroboshi79) LA CASA CHE NON C'E'

La casa che non c'e'.



In cuffia il nuovo disco di Jamiroquai, splendido. Ringrazio Gianluca Lisi!
E' notte fonda, il racconto prosegue da un posto lontano lontano, tra riso e bufali.

Siamo in macchina, alla guida lo zio con vistoso anello d'oro al dito. E' un uomo serio ed ha una bella faccia, mostra benessere nel vestiario, e' il direttore di una scuola ma sinceramente non ho la minima idea se sia vero o no, accertero' con calma. In questa terra, in qualsiasi terra lontana dalla mia amata Italia mi risulta difficile credere in qualsiasi cosa, sono come san Tommaso, se non vedo non credo. Ma e' un bell'uomo, senza ombra di dubbio, e guida civilmente, cosa che mi rallegra e che mi interessa ancora di piu'.

Ci dirgiamo tutti insieme e appassionatamente compressi nel lucente gippone leggermente fuori dalla citta', ci lasciamo alla nostra destra il Central Plaza ed arriviamo davanti ad un enorme...bho. Non saprei come definirlo, una specie di passaggio a livello con una guardia vestita elegante, una mega cancello in pratica, che vieta l'ingresso ai non residenti. Pero' tutt'intorno non c'e' muro, penso solo che sia per l'accesso delle auto, ma perche'? C'e' parcheggio ovunque qui, bho.

Entriamo tra ville lussuose a due piani e villini ad un piano, devo essere sincero, un gran bel posto, potrebbe essere piacevole omologarsi ad una vita a schiera. Ma che sto scrivendo? Quello che volevo esprimere e' piu' semplice, queste case mi ricordano molto quei quartieri americani che si vedono nei film, dove regna la pace e i vicini si regalano la frutta e le uova, dove la mattina vedi passare il tuo vicino che va a correre con il completino dell'adidas che la moglie gli ha fatto trovare sotto l'albero, insomma proprio la vita da cui stavo scappando. Ma saro' padre.. ed e' proprio qui che casca l'asino, fuggi fuggi ma prima poi dovro' sistemarmi anche io, dai alla fine ho fatto 31 anni di completo delirio, potrebbe essere anche arrivata l'ora. Ci addentriamo fino alla casa del grande capo, amico dello zio, o meglio conoscente. Ma non c'e'.

Decidiamo quindi di interpellare una coppia molto disponibile che ci mostra con molto orgoglio la loro casa, lei una donna minuta, in vestaglia, sulla trentina, lui un uomo paffuto e dignitoso, sulla quarantina. Una casa mozzafiato, tre camere da letto, due bagni, megasalotto, giardino che gira tutt'intorno alla casa, e diverse altre piccole stanze. Ci offrono un bicchiere d'acqua e ci sediamo a fare quattro chiacchere, tutta la comitiva in giardino. Parliamo di comprare le case e di affittarle. Se c'e' una cosa che ho imparato bene in Thailandese sono i numeri, ecco, le case due piani partono da un milione e mezzo, trattabili, quelle a un piano, enormi comunque un milione. In Italia ci compri al massimo un box fuori Milano sotto le torri di Grattosoglio, note per i proiettili vaganti, tanto per raccontarne una passando sotto quelle torri io e i miei amici alle 5 di mattina siamo stati bombardati da un lancio di arance, ma i tempi sono cambiati adesso, c'e' la crisi in Italia, sono passati alle pietre all'alba del 2011.

La mia piccola moglie sgrana gli occhi e mi guarda, il messaggio e' chiaro, 'ndo li troviamo sti soldi??, io la guardo e faccio il finto tonto, tipo..si si poca roba dai, mi atteggio a ricco imprenditore insomma, la coppia in giardino passa anche al setaccio tutte le opzioni di mutuo e di vare banche che LORO hanno contattato per comprare, e ci chiedono, voi quanti soldi potreste versare al mese? La mamma guarda la nonna, che guarda l'amico, che si gira e guarda mia moglie che mi guarda e mi dice.. up to you! Io guardo i proprietari, ma per l'affitto come funziona?

Prendiamo numeri di telefono del boss che non era in casa, ringraziamo, discussioni su megamutui trentennali, sara' maschio o sara' femmina? Ma guardi, quasi quasi spero che sia un travestito cosi lo mando direttamente a Pattaya, sa' il famoso take care della famiglia...il mutuo, le vacche, mi accendo una sigaretta, prima o poi smetto lo giuro. Altri sogni da aggiungere alla compilation dei sogni pre-sonno.

Ma la nonna, che nel frattempo si era ammutulita per dar spazio ai discorsi degli uomini imprenditori padri di famiglia responsabili riparte a nastro, non si ferma e pare anche molto incazzata. AMore ma che sta dicendo nonna? Dice che stiamo spendendo un sacco di soldi per nulla quando possiamo andare a casa da lei che ci da la camera e non spendiamo nulla, c'e' tutto. Ah amore, e' da quando ti ha davanti che dice la stessa cosa. La mamma guarda la nonna, guarda mia moglie ed esclama qualcosa. Io, amore che dice la mamma? Dice di lasciare qui la nonna.

Ok, amore, sali in macchina, andiamo a casa di nonna, in fondo io dai miei nonni stavo tanto bene. Si riparte..

un abbraccio,
con affetto
a.

vi lascio anche una canzone, immaginatemi con questa colonna sonora mentre vado a casa di nonna. grazie ancora a Gianluca Lisi per avermi fatto scoprire l'ultimo cd di Jamiro!!
a.

Chumpe', e' cosi che si pronuncia.



In cuffia Carbon Based Lifeforms.
Da un letto matrimoniale, in mezzo al nulla, ma quello vero.

Siamo su una super strada a due corsie, intorno a me l'Isaan. La sensazione che provo e' un misto di felicita' e disperazione, scorrono le risaie, in lontananza qualche industria, stazione della benzina abbandonate, tante, tante forse troppe baracche di legno, di lamiera, ai bordi della superstrada bambini che giocano, improbabili baracchini vendono cibo ai braccianti, donne che camminano con un grosso bambu' sulle spalle, ragazzi in bicicletta che vendono biglietti della lotteria nazionale. Insieme a noi molte auto lentamente si dirigono verso sud-est. Auto cariche di legno, di ferro, pick up con il van colmo di uomini e donne, lavoratori con le facce serie con il volto coperto da passamontagna, da magliette arrotolate sulla testa per proteggersi dal sole. Grossi camion con dentro dozzine di persone stivate, di ritorno a casa dopo una giornata nei cantieri, ammassati come animali, ondeggiano. I loro sguardi persi mi riportano alla realta', qui, si smette di giocare. In auto e' silenzio tra di noi, solo la radio a bassissimo volume mi regala la colonna sonora a questo spettacolo doloroso, ma non nuovo per chi come me vive in Thailandia da 3 anni. Benvenuto in Isaan giovane italiano, non e' forse questo quello che volevi vedere? Non e' forse questo che con mano volevi toccare?

Stiamo andando a Chumpe', e' cosi che si pronuncia, a 70 o forse 100km da KhonKaen, quella che adesso, come non mai, mi sembra una citta'. Mentre un uomo anziano trascina un carretto di ferro e legno ai bordi della superstrada, mentre dalle macchine mi osservano come fossi un alieno mi chiedo ancora una volta cosa sto' cercando, perche' sono qui?

Di comune accordo, io e la mia piccola moglie, che da qualche ora pero' tanto piccola non sembra piu', decidiamo di cercare una casa tutta nostra anche a Chumpe'. Mi sto rendendo conto che forse, questa Chumpe', sarebbe meglio vederla prima di scegliere di viverci, anche solo per pochi mesi. La nonna ricomincia finalmente a parlare, la sua voce in un certo senso mi tranquilliza, chiedo a mia moglie di tradurre quello che sta dicendo. Come prima, sempre lo stesso messaggio. Voi-venire-casa-mia-stop.

Dopo circa un ora di auto, arriviamo finalmente a Chumpe'. Bhe', io trovo delle difficolta' a trovare degli aggettivi per descriverla, comunque ci fermiamo alla stazione dei bus per andare a comprare della carne, io ho proposto di preparare un barbecue, sono affamato come un orso dopo il letargo. Gia' ci fermiamo alla stazione dei Bus, li osservo, ma cancello subito il pensiero. Non mollare ale, non adesso, ci sei quasi. Entriamo tutti insieme al mercato, miglaia di bancarelle, carne, verdura, vestiti, giocattoli.. mi guardano tutti, ma non mi sento Bruce Willis, no, direi proprio di no. Mi torna in mente una voce, un viso che mi diceva.."ah che carina Chumpe'.." forse me lo sono sognato.

Le donne fanno la spesa, migliaia di anime si muovono per le bancarelle e mi osservano, io sorrido, loro sorridono. Chiamo mia moglie da parte, le sussurro tre parole "I need beer". Non fa in tempo a rispondere che sono gia' seduto ad un tavolo, davanti a me un jukeBoxe, sul tavolo una birra Chang, faccio un respirone, mi porto alla bocca la birra e ne bevo meta'. Mi alzo, inserisco la moneta da 5 bat, cifra inconvertibile in euro, e faccio due numeri a caso, 0303, e mi risiedo. I numeri in realta' non sono tanto messi a caso, ma facciamo finta che lo siano. Una canzone dopo qualche secondo parte, e' dolcissima, ha il sapore di campagna, di amore, mi rilasso. La birra lentamente fa il suo dovere, mi torna il sorriso. La finisco e ne ordino un altra. Il proprietario del baracchino, piccolo chiosco con sedie in plastica mi spiega che con 5 bat ho due canzoni, non una. Inserisco un altro numero, 3103, altra data, altra corsa, altri pensieri.

Mi ripescano mezzo brillo al baracchino vendi-birra, risaliamo in macchina e ci dirigiamo a casa di nonna, ma non era a Chumpe'? No, a 15 kilometri da Chumpe'. Ah, allora aspetta amore, fermiamoci un attimo al 7/11, ho una necessita', devo comprare una birra.

a dopo,
con affetto
a.

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