martedì 11 gennaio 2011

Comunicato stampa dell’Associazione Nazionale di Amicizia "Italia - Cuba" sulle riforme economiche a Cuba


La Rivoluzione cubana compie 52 anni di vittoriosa esistenza. Oggi è più viva che mai e, con la volontà della sua classe dirigente e di tutto il popolo, continua nella costruzione di una società socialista, avanzando nello sviluppo e nell'aggiornamento del modello economico da seguire, consolidando le conquiste raggiunte.

La Direzione del Governo ha elaborato misure che garantiscano e attivino i cambi necessari e improrogabili da inserire nell’economia e nella società, per trasformare e rendere più efficiente l’attuale processo produttivo e lavorativo.

I mass-media internazionali fanno a gara nel mentire sulle centinaia di licenziamenti in atto senza spiegare quello che realmente sta accadendo nell’Isola.

Cuba deve con urgenza avanzare economicamente, organizzare meglio la sua produzione. Le linee guida che la dirigenza dello Stato ha deciso per il 2011 prevedono la riduzione di oltre 500.000 posti di lavoro nel settore statale - nel cui organico attuale si stima un eccesso di oltre un milione - e il loro contemporaneo incremento nel settore non statale, individuando nuove forme di occupazione come l’affidamento in gestione di piccoli negozi, l’usufrutto, le cooperative e la libera professione.

La grande stampa dei monopoli non dirà mai che le misure che oggi vengono attivate e quelle che saranno approvate dal VI° Congresso del PCC sono frutto di un’analisi opportuna e riflessiva e delle proposte che il popolo ha espresso nei mesi scorsi nel dibattito che è stato promosso a Cuba sul futuro della Rivoluzione. Per mesi tutto il popolo ha avuto l’opportunità di esprimere le proprie opinioni sulla società e sulla Rivoluzione cubana e sul futuro del socialismo a Cuba. Tale dibattito è continuato all’interno di ogni settore produttivo e sociale, affinché si proponessero tutte le soluzioni possibili per diagnosticare e correggere, settorialmente e integralmente, le deficienze del modello economico.

Tutte le opinioni, tutte, sono state raccolte dal Partito e dalla dirigenza del paese e rappresentano la bussola che segna il processo che oggi ha raggiunto una nuova fase.

Con queste discussioni il popolo cubano si avvia verso il VI° Congresso del PCC, che è già iniziato nelle strade, nelle case, nelle industrie, in tutti gli angoli del paese, con l’analisi critica da parte di tutta la popolazione delle Linee Guida della Politica Economica e Sociale, documento che è frutto di precedenti discussioni e che recepirà ancora le opinioni e i suggerimenti finali che saranno dibattuti e approvati dai delegati al VI Congresso del PCC.

Nessun mezzo di informazione cita il fatto che la riorganizzazione lavorativa ha tra i suoi obiettivi anche quello di reindirizzare una buona parte della forza lavoro verso altri settori produttivi che l’economia del paese oggi richiede. Inoltre, poco più del 20% di quei 500.000 lavoratori cambierà soltanto la forma di gestione, mai la sua occupazione, con un alleggerimento del carico finanziario dello Stato che si trasformerà in una maggiore efficienza nella produzione e nei servizi.

A tutto ciò bisogna aggiungere che è nota la ferma volontà dello Stato socialista di mantenere le sue conquiste sociali e di non lasciare senza garanzie alcun lavoratore, ma offrendogli nuove formule più sostenibili.

Mentre nel nostro paese un manager come Marchionne cancella i diritti degli operai, a Cuba è il popolo intero che discute sul proprio futuro.

Ma questo non fa gola ai mass media di tutto il mondo. Meglio infangare o nascondere le conquiste della Rivoluzione piuttosto che dire la verità.

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Segreteria Nazionale

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

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