martedì 4 gennaio 2011

04 Gennaio festa della BEATA ANGELA DA FOLIGNO

BEATA ANGELA DA FOLIGNO
I. Cenni biografici. Non si hanno certezze sulla data di nascita di Angela. Sposatasi, ha dei figli.
Verso il 1285, si verifica la sua conversione ad un’autentica vita cristiana, nel sacramento della penitenza,
nella Cattedrale di Foligno.
Rimasta sola, inizia l’esperienza di penitente, che condivide con una certa Masazuola.
Durante un pellegrinaggio ad Assisi, al termine di un’esperienza mistica, esce in grida d’amore,
all’ingresso della Basilica superiore di San Francesco.
All’evento è presente frate A., suo parente e consigliere, che, tornato a Foligno, la costringe a rivelargli i
suoi segreti. Nasce così il Memoriale, a cui si aggiungono, anno dopo anno, altri documenti; insieme
costituiscono Il libro della beata Angela da Foligno. Angela muore il 4 gennaio 1309. Il processo di
canonizzazione è in corso.
II. L’esperienza mistica di Angela da Foligno, magistra theologorum, entrata nel Terz’Ordine
francescano verso il 1291, ci è nota grazie ad importanti documenti di un dossier che ha avuto una buona
tradizione manoscritta e una notevole fortuna editoriale, anche se per secoli in una trascrizione
rimaneggiata (solo negli ultimi settant’anni M. Faloci-Pulignani, M.-J. Ferré, P. Doncoeur, L. Thier e A.
Calufetti hanno lavorato per risalire al testo latino autentico, il più vicino possibile alla primissima stesura
irrimediabilmente perduta; molti problemi, comunque, restano aperti, tanto che si può parlare di questione
angelana).
Di tale esperienza, che assicura ad Angela un posto di prestigio nel movimento penitenziale medievale e
nella storia della mistica occidentale, si può tentare una sintesi, a partire dal Soggetto che di volta in volta
ne fu la causa.
Si ha così l’esperienza trinitaria («A me sembra di stare e di giacere in mezzo a quella Trinità che vedo
con tanta tenebra», tr. S. Andreoli, p. 139), e in particolare, quella del Padre («Dopo contempla Dio in
una tenebra, perché egli è un bene più grande di quanto si possa pensare…», p. 136), quella del Figlio
(«Vidi e sentii che Cristo abbracciava in me l’anima con quel braccio che era stato fissato alla croce…, p.
102) e quella dello Spirito Santo («Non posso neppure valutare quanto fosse grande la gioia e la dolcezza
che gustai, soprattutto quando affermò: Io sono lo Spirito Santo e sto dentro di te», p. 62).
Altre esperienze mistiche fanno riferimento a Maria («Una volta improvvisamente la mia anima fu
rapita… e contemplai la beata Vergine nella gloria», p. 114), agli angeli («Allora gli stessi santissimi
angeli, procurandomi un piacere meraviglioso, mi dissero: O tutta piacevole e gradita a Dio, ecco il Dio e
Uomo ti è stato portato e l’hai qui. Ti è stato dato, anche perché tu possa mostrarlo e offrirlo agli altri», p.
243) e a Francesco d’Assisi («In quella circostanza mi furono rivolte queste parole: Io sono Francesco,
mandato da Dio. La pace dell’Altissimo sia con voi», p. 146).
Va anche detto che l’esperienza mistica di Angela conobbe un significativo sviluppo e che in vari modi la
Folignate raggiunse la certezza della presenza di Dio in lei.
In merito a questa forma di esperienza (che non fu la più alta e intensa, dalla conversione fino al 4
gennaio 1309, giorno della morte), dopo aver superato molte difficoltà connesse con l’ineffabilità del
mistico contatto con Dio, dichiara: «Ancora in molti altri modi, di cui non si può dubitare, l’anima
comprende che Dio è in lei. Il primo è l’unzione… L’altro modo… è il suo abbraccio. Non si può pensare
che una madre stringa a sé il figlio o che una persona di questo mondo ne abbracci un’altra con lo stesso amore con cui Dio abbraccia indicibilmente l’anima».

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