martedì 14 dicembre 2010

La “magia” di un angelo custode : Come uscire dal tunnel della droga



A volte per uscire dal tunnel della droga serve la magia. È quello che deve aver pensato Ascanio Marinelli autore del romanzo Chiaramagica (Fazi Editore), basandosi sulla propria esperienza di tossicodipendente per oltre trent’anni, che dopo due falliti tentativi di recupero è riuscito a gettarsi alle spalle l’esperienza dell’eroina, trascorrendo quattro anni nella comunità di recupero di San Patrignano. È qui che ha scritto, forse anche in modo terapeutico, un libro autobiografico identificandosi con Skipper, il protagonista, un italiano trapiantato a Francoforte in un ambiente evidentemente non troppo diverso da quello più famoso dello Zoo di Berlino.
Skipper conduce una vita “ordinaria”, spaccia per potersi fare di eroina e cocaina e guadagna abbastanza da potersi permettere un piccolo appartamento e qualche sfizio. Il suo passato è ormai alle spalle, divorziato non vede più i suoi figli da molti anni, scegliendo una solitudine solo in apparenza desiderata. Per questo quando incontra la sua vicina di casa, l’anziana signora Claire, che chiama in modo affettuoso Chiaretta, senza una precisa ragione prova piacere a frequentarla, prima aiutandola nella spesa, poi facendole compagnia per un caffè, infine ritrovandosi a chiacchierare con una donna che apparentemente non ha nulla da condividere con lui.
A parte la soffitta, quella di Claire, che Skipper usa a sua insaputa per nascondere soldi e “roba”. Ma l’anziana donna sa più di quel che crede Skipper: Chiaretta infatti è che una poliziotta in pensione, che conosce bene la vita segreta del suo vicino e lo aiuta infrangendo le regole per impedirgli di finire in galera. Nella sua esistenza fatta di fughe, prostitute e stupefacenti Skipper scopre a poco a poco le ragioni che spingono Chiaretta a intromettersi nella sua vita: un passato di madre “fallita” che ha visto suo figlio morire per la droga.
Skipper, che non trova una donna da amare, si lascia redimere dall’affetto che lo lega all’anziana vicina, Claire Zauber, che in tedesco vuol dire appunto magia. E lo racconta in queste pagine senza la pesantezza che ci si aspetterebbe da una storia di tossicodipendenza.

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