Liturgia della Parola: MESSA DELL’AURORA Is 62,11-12; Sal 96/97,1.6.11-12; Ti 3,4-7; Lc 2,15-20. MESSA DEL GIORNO Is 52,7-10; Sal 97/98,1-6; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18
QUANTO abbiamo debolmente visto nell’oscurità della notte, ci appare ora più chiaro nello splendore del giorno, quando comprendiamo che cosa significa: «È nato per noi un bambino, un figlio ci è stato donato». Certamente Gesù è nato per la gioia dei suoi genitori ed è nato anche per adempiere le promesse fatte, attraverso Davide, al popolo ebraico, ma è nato soprattutto «per noi e per la nostra salvezza». È questo il "mistero" che la Chiesa celebra.
Attraverso la sua incarnazione, il Figlio di Dio si è fatto vittima per la purificazione dei nostri peccati, riconciliandoci con Dio e ristabilendo la pace tra il cielo e la terra. Ma oltre ad averci purificati e redenti, assumendo la nostra carne e divenendo uno di noi, egli ci ha talmente uniti a sé da comunicarci la sua vita divina. Nella sua carne, che è anche la nostra, ci «ha dato il potere di diventare figli di Dio». Ascoltiano a proposito le parole di sant’Ireneo: «Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uo-mini e si fece Figlio dell’uomo, per abituare l’uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora secondo la volontà del Padre».
Tarcisio Stramare
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